giovedì 1 ottobre 2015

Il poliedro Bergoglio.

Nel 2010 l’arcivescovo Jorge Mario Bergoglio, capo della Conferenza episcopale argentina, si scagliò senza esitazioni contro un progetto di legge proposto da un parlamento democraticamente eletto definendolo frutto della «invidia del demonio» che «vuole distruggere il piano di Dio». Con la stessa veemenza mons. Bergoglio si era schierato nel 2005 contro il ministro della Sanità del governo Kirchner, Ginés González García, colpevole di aver proposto la depenalizzazione dell’aborto. Il gesuita futuro Papa corse in difesa dell’ordinario militare argentino mons. Antonio Baseotto, il quale aveva affermato che González García avrebbe meritato che gli fosse messa una pietra al collo e fosse buttato in mare. La scelta di questa immagine mutuata dal Vangelo di Luca, che si riferiva alla pedofilia diffusissima del mondo arcaico di Gesù, richiamava però alla memoria, per associazione di idee, i “voli della morte”, soprattutto nelle parole di un ordinario militare, di quelle forze armate ad esclusivo uso interno, alle quali la chiesa nazionale argentina fu tanto prossima e delle quali fu sostenitrice, durante gli anni della dittatura, più nazista che fascista. Non è senza ragione e non è stato senza i buoni uffici vaticani e della chiesa locale, che i peggiori gerarchi nazisti sono finiti prevalentemente in Argentina e lì sono stati scoperti o hanno trascorso indisturbati il resto della loro vita. La tragedia, il mirato olocausto che ha segnato il destino di decine di migliaia di suoi connazionali e la vita dei loro familiari, deve aver profondamente colpito Bergoglio. Ma non è chiaro in che senso. Gesù raccomandò il suicidio a chi avesse avuto in animo di "scandalizzare" i bambini, nel lessico fuorviante dell'Evangelio riadattato. Incurante dell'incidente diplomatico provocato da Baseotto con il governo argentino, l'ha riproposta da Pontefice otto anni dopo, l'11 novembre 2013, durante un'omelia a Santa Marta in Vaticano. Questa volta il monito di un “trasferimento” con tanto di macina al collo e fine in mare è toccato in sorte «ai cristiani e ai preti corrotti» dalle tangenti. Suscitando la profonda ammirazione in Italia dell'intero, corrotto spettro politico e della stampa tutta. Se per caso vi fosse sorto un dubbio, sto parlando sempre della stessa persona che di recente, ha deciso di concedere a tutti i sacerdoti per l'Anno Giubilare «la facoltà di assolvere dal peccato di aborto». Ed è ancora lui quello che nel 2013 disse: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?», e che qualche giorno fa negli Stati Uniti ha voluto incontrare personalmente l'"eroica" funzionaria Usa finita in carcere per essersi rifiutata di rilasciare le necessarie licenze a coppie di omosessuali che volevano sposarsi. «Brava, continua così!” le ha detto Papa Francesco riscaldando il cuore di reazionari e razzisti e repubblicani. Non c'è bisogno di essere gesuiti. Basta essere cattolici.

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