mercoledì 21 ottobre 2015

Revisionismi utilitaristici?

Benjamyn Netanyahu ha parlato al Congresso sionista mondiale di Gerusalemme e si è iscritto nei ranghi dei revisionisti storici, per avallare la sua politica di repressione del movimento, ma soprattutto del popolo palestinese. Il premier israeliano, si era accorto, ma aveva tenuto per se, che era statou il mufti di Gerusalemme dell'epoca, Haj Amin al-Husseini, a suggerire ad Adolf Hitler l'idea dello sterminio degli ebrei perché il dittatore nazista in realtà intendeva solamente espellerli, non diversamente da quanto avevano fatto gerarchie e potentati politici, spirituale e di fatto nel corso della storia europea. "Hitler all'epoca non voleva sterminare gli ebrei, voleva espellerli. Ma Haj Amin al-Husseini si lamentò, paventando la colonizzazione. "Se li espelli andranno tutti in Palestina" Il dittatore nazista, incerto, ha proseguito Netanyahu, chiese allora al mufti di Gerusalemme: "Cosa dovrei fare con loro?". La risposta fu: "Bruciateli". Risposta, in vero, in linea con il Corano, che contiene ad ogni Sura affermazioni del genere, alla fine dei versetti e che vengono sistematicamente espunte dai commentatori della "mitezza" dell'Islam. Ma questa volta Netanyahu ha esagerato nella rivistazione ad uso della sua politica attuale, dello sterminio dei suoi correligionari in Europa. Che le autorità religiose e politiche della Palestina, a quell'epoca, non fossero animate da sentimenti di accoglienza verso gli Ebrei non può essere negato e che, coerentemente con la loro dottrina, ne impetrassero la scomparsa, dato che sapevano che erano inconvertibili, è certo, ma che avessero un'influenza di indirizzo sui miti nazisti, è ridicolo e pretestuoso. per quale ragione la colta, ma barbarica gerarchia tedesca avrebbe dovuto togliere le castagne dal fuoco al Muftì di Palestina? Si è dissociato dallo sfrondone storico del suo premier anche il ministro della Difesa Moshe Yaalon, che però non ha rinunciato, goffamente, a ribadire le affinità fra i peggiori persecutori degli Ebrei e i Palestinesi di ieri e di oggi. "Ovviamente non fu Haj Amin al-Husseini ad inventare la "soluzione finale alla questione ebraica" - ha chiosato - . "La storia indica chiaramente che fu Hitler a dare il via e Haj Amin al-Husseini si unì a lui" e ha affermato che "gli attuali movimenti jihadisti incoraggiano l'antisemitismo e raccolgono un'eredità nazista". Da politico manipolatore ha cercato di dimostrare che "cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia". Esiste, sul piano storico una Fatwa preliminare delle autorità islamiche della Palestina, verso gli Ebrei di cui si paventava il ritorno in seguito alle persecuzioni in Europa, ma non dissimile da quello che si sarebbe esercitato verso i Cristiani se una loro "crociata" influenza sui luoghi santi fosse stata allora o fosse oggi ipotizzabile, come dimostra l'opera di desertificazione in corso delle più antiche comunità cristiane, col pretesto della risposta alle aggressioni energetiche recate a vaste aree dei territori arabi, dopo la fine della guerra fredda. Comunità, qualche decennio or sono, maggioritarie in alcuni luoghi sono oggi ridotte alla quasi estinzione, o alla riduzione in schiavitù, come la cronaca, ignorata e disattesa, attesta da tempo. Ma a tentare l'eliminazione dell'irriducibile etnia ebraica in europa, fu autoctonamente ed autonomamente il Partito nazional socialista tedesco.

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