giovedì 1 ottobre 2015

Ibridazioni a perdere.

Anche Grom&Martinetti si sono venduti all'estero, o meglio hanno venduto la loro rete artigianale italiana di cinquantadue botteghe del gelato, oltre alle filiali all'estero, quasi tutte in franchising. Riportata la fabbricazione del gelato ai gusti che si godevano una volta, pubblicizzata adeguatamente la loro opera anche con sconfinamenti con rientro rapido nella politica, ecco che capitalizzano la loro idea concretizzata e se la svignano a godersi i proventi di tante golose leccate. Tutto ad Unilever, una holding anglo-olandese. Anche nella gelateria artigianale ammainiamo bandiera e vendiamo marchio e maestranze ( delle quali, agli imprenditori di tutte le dimensioni, non importa una beata sega ) ad investitori più forti ed in espansione che del marchio e della sua fama si faranno traino, fino a convincere i consumatori di ice cream Grom, di sorbire il più buon gelato del mondo, frutto della tradizione e del genio italiano. Sì, quello di speculare, lucrare e vendersi.

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