mercoledì 14 ottobre 2015

Parlando d'altro.

Il pampa-Papa ha chiesto oggi perdono per i peccati commessi in Vaticano e a Roma. I peccati romani, a mio modesto avviso, non lo riguardano, altrimenti non si capirebbe perché abbia omesso i peccati dell'ex capitale morale d'Italia, quella Milano che invece è una ciofeca di tangenti e di mafie, importate e autoctone. Sono attese le impetrazioni di perdono del vescovo Scola. Il Papa e i vescovi non rivestono più una funzione temporale. Ma poi chi dovrebbe perdonarli? Il Signore Iddio? Le masse devote? Parlando dello scandalo concettuale ripiega sulla condanna biblica di colui che dà scandalo, al quale non basterà la condanna terrena ( quando ci sarà ) ma verrà annientato dalla vendetta divina. Renzie, dopo aver preannunciato secondo lo stile di Juan Domingo Peron, che aumenterà il circolante esentasse ( è solo per una fobia ignorante da evasori che gli italiani operano fra i 950 e i 990 euro ) per una cifra compatibile con i piani di rientro eterno dal debito. Ottanta euro ai poveracci, tremila euro ai piccoli evasori quotidiani, tutto molto mediatorio, italiano e democristiano. Tutti, ogni giorno, parlano a vanvera e ripropongono il loro mantra. La Lega è un partito di ladri e, a pensarci bene, non poteva essere altrimenti: popolareschi e ignoranti non possono non ambire all'arricchimento privato, attraverso la depredazione delle casse pubbliche. Le azioni della magistratura sono "contrasti, se non attacchi" politici. Prima dei processi e delle sentenze tutti si cautelano dagli effetti delle indagini sul popolaccio della cui sete di sangue e di patiboli hanno alimentato i sentimenti, loro sì verso i concorrenti politici, senza investire su un futuro onusto di gloria ma povero di sostanze private, per cui: carpe diem! Meglio:arraffa, arraffa! Oggi il Senato ha votato il suo suicidio assistito, assistito dagli accordi di concambio presi, prima della "storica" decisione, che manda in soffitta una Costituzione certamente da riformare per il venir meno dei presupposti storici di quella in decomposizione, ma che si sarebbe dovuta modificare alla luce della scienza giuridica, in maniera da salvaguradrne i caratteri di garanzia, che, indifferenti all'efficienza economica, impedivano ai minoritari di governo - quali che possano essere - di fare il bello e il cattivo tempo. Il vecchio comunista già Presidente della Repubblica ha tessuto le lodi della dissoluzione di una Costituzione nella quale aveva visto un possibile veicolo per il conseguimento legale del potere e, non riuscendoci, è lieto oggi, con lo stesso realismo perdente di ieri, di veder disgregata. Avremo Governi e parlamentari agli ordini del piccolo imperatore centroeuropeo, tenuti al guinzaglio dai sensali elettorali dei partiti.

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