mercoledì 21 ottobre 2015

Un paese di ladri prestigiosi.

Dunque, a Roma, anche l'ospedale israelitico privato sull'Isola Tiberina, ha usufruito di rimborsi non dovuti per centinaia di miglaiia di euro, che certamente non sono finiti nei laboratori ospedalieri, ma nelle tasche degli amministratori del nosocomio multispecialistico e molto costoso. Frequentatissimo, nonostante i prezzi praticati e solo parzialmente coperti dalle mutue, ecco che è stato colonizzato amministrativamente dai nostri predoni nazionali, affiliati in una vera e propria mafia, fatta di manierismi e di "buon gusto".L’ex direttore dell’Ospedale israelitico di Roma Antonio Mastrapasqua è agli arresti domiciliari imputato di truffa ai danni del Sistema sanitario nazionale. Avrebbe gonfiato i rimborsi delle prestazioni sanitarie, non propriamente un'originalità. Mal comune, mezzo gaudio: insieme a lui, altri sedici dirigenti, medici e operatori della casa di cura privata. Mastrapasqua, che ha ricoperto venticinque incarichi in consigli di amministrazione e collegi sindacali, all’epoca era anche Presidente dell’Inps e Vicepresidente di Equitalia ( inflessibile con gli insolventi ), ad esemplificazione delle pubbliche virtù e dei vizi privati della classe dirigente italiana, in ogni ambito nel quale siano mungibili dei soldi. Le ipotesi di reato sono falso e truffa. Tra i destinatati dei provvedimenti, figurano il direttore generale e amministrativo Tiziana D’Agostini, Gianluigi Spinelli, direttore sanitario nonché responsabile del Day Hospital, Mirella Urso, responsabile dell’ufficio controllo appropriatezza cartelle cliniche, Elvira Di Cave, primario del reparto di ortopedia, Pietro Aloisi, responsabile del servizio urologia, e Naim Nasrollah, medico chirurgo. E' stato disposto anche un sequestro preventivo per equivalente di 7,5 milioni di euro, somma pari all’indebita richiesta economica eccedente le prestazioni erogate dalla struttura. Poche bande sono così coese ed efficaci, perché rubano in forme grossolane e non in nome di un prestigio professionale di comune identificazione. Le indagini sui conti della struttura tra il 2006 e il 2009, hanno rivelato molti ‘interventi fantasma‘, il 94% delle cartelle cliniche è stato alterato per far risultare prestazioni più costose rispetto a quelle effettivamente erogate. Ricoveri al posto di operazioni in regime ambulatoriale. I filoni dell’inchiesta sono tre: oltre a quello che si concentra sull’alterazione della tipologia di interventi eseguiti fra i quali "spiccano" le biopsie prostatiche e tiroidee e la correzione dell’alluce valgo, per ottenere rimborsi maggiorati, ce n’è anche uno sulla modifica dello stato dei luoghi, della destinazione d’uso dei locali ospedalieri e delle attività sanitarie per mascherare lo svolgimento di attività irregolari oltre all'erogazione parziale, in carenza di autorizzazione, dei servizi di assistenza domiciliare. Un Paese di ladri prestigiosi.

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