domenica 3 novembre 2013

Epoche a confronto.

Il dibattito pubblico si è, per così dire, privatizzato. E' una corsa senza esclusione di colpi, un confronto disperato e vile, alla ricerca degli altarini del prossimo. per farlo cadere dal piedistallo su cui si è posto o, molto più spesso, sul quale è stato posto. Tutta la filera delle carriere nazionali è intrisa, incistata di clientelismo e di familismo e, per inveterato costume, così sarà fino a quando la dissoluzione mercantilistica dei legami avrà sciolto quel vincolo dinastico o semplicemente affettivo. Anche chi si è rivestito del più austero istituzionalismo, alla prima verifica degli affetti, delle amicizie e dei sentimenti di "umanità", fa regredire i suoi obblighi protocollari di equanimità a ciarpame burocratico e, con piena dedizione, usa le sue cariche e i suoi poteri per "superare" la legge. e' quanto ha fatto, per ultima, la baritonale ministro della Giustizia - absit iniuria verbis - già ministro dell'Interno e mai così prefetto-commissariale da quando è andata in pensione. Adduce, come tutti, una generica persecuzione politica, perché ha sciolto un Comune capoluogo di provincia per mafia ed alcuni altri piccoli Comuni. Ma con costoro non intratteneva rapporti sedimentati di amicizia e , come aveva fatto in queste meritevoli circostanze, doveva continuare a fare anche in occasione di una richiesta privata, da parte di una famiglia, altrettanto o altrimenti mafiosa, con la quale, la sua di famiglia, aveva intrattenuto, "per via di quel cretino di suo figlio", diceva Giulia,la beneficata, rapporti di interessi milionari. Il pargolo comunque proveniva dall'establishement bancario, "refugium peccatorum" di tutti i figli di famiglia, dotati di un tutor. L'Italia è tutta e solo così e bisogna cominciare, con la necessaria "disumanità" a tagliare la filiera del privilegio ereditario, senza invidie, senza sentimenti personali, a cominciare dal piano istituzionale. Noi abbiamo avuto anche un terrorista raccomadato dall' allora Ministro degli interni Cossiga: il figlio del Ministro del lavoro Carlo Donat Cattin. Per questo, pur meritevole in altre circostanze, la Ministra baritonale dovrebbe passare la mano, come è stata indotta a fare la Ministra Josepha Idem per pochi spiccioli di evasione fiscale su un immobile di sua proprietà. Ai fini delle dimissioni o meno, gioca l'entità degli interessi tutelati o rivestiti dalla persona in causa? Se così fosse, l'Italia farebbe meglio ad uscire dall'Unione europea, a prescindere dai suoi fondamentali truccati, se aspira, ma non aspira, a recuperare i suoi principi fondativi del trentino De Gasperi, già deputato al Parlamento austriaco. La lotta per il potere si esercita sulla compromisione a 360° della società italiana e della sua ereditaria classe politica, in un combinato disposto di equilibri economici, sociali e castali che, sotto una patina pseudo-rinascimentale dichiarata, ci apparentano invece alle corporazioni medievali, di quel Medio Evo che è la nostra cifra costante. Durante la Prima Repubblica, almeno si confrontavano, con ampia partecipazione popolare e non solo, come disse efficacemente una volta Andreotti, con una presunzione di rappresentanza, riferendosi ai partitini di contorno che, per farsi valere, facevano più chiasso possibile e mettevano in atto tutte le interdizioni più opportunistiche, fidando sull'impossibilità dell'alternanza al Governo, che Aldo Moro cercò ecumenicamente di superare, rimettendoci la pelle, inviso sia ai comunisti duri e puri, sia agli Statunitensi e ad Henry Kissinger in particolare. Si poteva immaginare quanti partiti d'occasione sarebebro sorti con il maggioritario e quante osmosi maggioritarie ne sarebebro derivate? Un'altra prova della pervicace volontà di truccare il gioco e d'invarianza degli assetti che al gioco partecipano. Ma, almeno, al livello popolare, il dibattito verteva e ferveva su grandi temi, sul senso di classe, dissimulato presso i democristiani, fieramente rivendicato presso i comunisti, il cui sfilacciamento, con annessa riproduzione del partigianesimo armato, cominciò negli anni del ventilato "compromesso storico", che con le "convergenze parallele", costituiva un binomio di assurdità, tutte "politiche". Oggi che il compromesso storico, voluto dalla Unione europea, si è realizzato sotto la regia e la garanzia di Giorgio Napolitano - ne sarà stato appagato? - , fra due sbiadite rimestate dei due grandi partiti nazionali, lo sputtanamento, in funzione del "fatti più in là", è diventato il life-motive, il refrain quotidiano di una politica senz'altro scopo e funzione che la conservazione agli stessi apparati di cui sopra, delle leve dell'assegnazione successoria dei posti di comando e di lucro. E' questa la classe dirigente che, in fondo, a maggioranza, democraticamente e, in parte, trasversalmente, vogliamo. Speriamo che questa Europa, per noi, ma a causa nostra, così faticosa, sparigli il campo e non consenta alle pedine di tornarvi nella stessa posizione di prima. La storia d'Italia nei decenni precedenti era stata caratterizzata dai Governi liberali, in gran parte caudatari della rendita fondiaria e, solo in parte, riferentisi alla nascente industria. Questi liberali, avevano agio di dividersi in "destra" e "sinistra" e, purtroppo, la sinistra fu, fra le due componenti, la più guerrafondaia, forse sperando di imprimere una dinamica modernizzatrice al Paese. A sinistra, i socialisti erano maggioritari, ma pasticcioni e a loro si rivolse l'ex repubblicano delle campagne romagnole Benito Mussolini, per la sua scalata al potere, che trasformò, alla fine del suo approccio, nel suo esatto contrario, basandosi sul potere che era già in essere, non su quello da costruirsi. Si agisce politicamente, in Italia, in maniera difforme, oggi? Mantenenne qualche aspetto della sua originaria dottrina, che portò ad una ottima economia semipubblica e all'istituzione dell'INPS. Uno di questi baluardi è stato frettolosamente fatto cadere, il secondo resiste: vedremo o vedranno, fino a quando. Dopo la fine della guerra, caduto il fascismo, con l'ausilio del Vaticano e per assegnazione d'area geo-militare, l'Italia si accomodò nella parte atlantica dell'Europa, fondò i prodromi dell'Europa unita, fu cofondatrice della CECA - Comunità europea del carbone e dell'acciaio - e dell'Euratom, primo nucleo della fisica nucleare comunitaria. Lo fecero tre statisti cattolici: l'Italiano De Gasperi, il francese Schuman e il tedesco Adenauer. Il serpente monetario, i cambi ristretti ma flessibili, consentirono all'Italia di superare almeno due momenti gravemente critici della sua storia economica recente e di non intaccare un benessere diffuso, ma mal attribuito, attraverso, cioè, il voto di scambio, le pensioni di invalidità, il clientelismo lavorativo e delle carriere, la castale attribuzione delle cariche, il sedimentarsi di troppe, tradizionali ma retrograde nicchie di potere e di interessi economici. Le migliori competenze, se erano frutto di abnegazione personale, erano anzi relegate, non valorizzate e svilite, a favore di posizioni di vertice, nelle quali persone grevi e ignoranti, incompetenti e dannose, che non dovevano essere sottoposte a confronto, senz'arte né parte costruirono ottime posizioni di rendita al riparo della politica e delle lobby nostrane. Crolla il Muro di Berlino e, insieme, l'impunità di una classe politica, sicuramente corrotta fino alle orecchie, ma, a prescindere, da demolire finalmente, per mano di una magistratura - quella milanese, non certamente quella romana, chiamata storicamente a mettere insieme i cocci dopo che sono stati raccattati e ricomposti - che per cinquant'anni non aveva mosso un dito contro la corruzione evidente e documentatamente denunciata dalla stampa radicale. In un certo senso, Mani pulite fu un resumé di intere collezioni de L'Espresso. Il Partito comunista si sciolse e fu proposta una gioiosa macchina da guerra che si dimostrò scarburata, prima che ne prendesse la guida un democristiano tradizionale e di lungo corso come Romano Prodi. Il promotore pubblicitario dell'ultimo socialismo meneghino - i socialisti a Milano avevano sempre espresso il Sindaco, mantenevano il pareggio di suffragi con il PCI, ma alla fine non si dimostrarono all'altezza - anticipando le confuse tendenze attuali, offrì il suo appoggio mediatico a un democristiano di sinistra, il Segretario Mino Martinazzoli, che lo mandò a spendere. Timoroso per le sue aziende, consapevole di come le aveva potute acquisire e coagulare, consigliato da un siciliano altrettanto ambiguo, Marcello Dell'Utri, "scese in campo" a cinquantanove anni e, forte dell'impatto d'immagine che i media forniscono, ma soprattutto della maggioritaria parte conservatrice, non solo benestante, a diversi livelli, del Paese, in un colpo solo diventò Presidente del consiglio e cooptò una schiera di dipendenti-clientes alla sua coorte, che si chiamò Forza Italia. Questa formazione, ripetutamente trasformatasi - fateci caso: esattamente come, sull'altro versante, l'attuale PD - governò e attualmente influenza conflittualmente ogni decisione che il Governo possa prendere, in primis, acrobatici aggiustamenti della posizione giudiziaria del suo leader, che durante i suoi periodi al Governo si aggiustava la legislazione e che faceva indisturbato l'opposizione, quando al Governo c'erano i suoi presunti competitors. D'alema e Prodi: D'Alema il giubilatore di Prodi ( si servì, la prima volta della longa e ingenua manus di Bertinotti ). Sono passati vent'anni e, sparito il PCI, la fu DC tenta grottescamente di risorgere, ma si contraddice e inciampa continuamente. All'interno del PD, si è replicata la lotta endogena, per correnti, che squallidamente, caratterizzò la DC. L'ultimo rampollo della Balena Bianca è quel figlio d'arte di Matteo Renzi, che dice tante belle cose, ma si astiene rigorosamente dal proporre un programma; quindi si atterrà ai desideri dei poteri consolidati. "Se la DC sceglie, è perduta". Sempre Andreotti. All'epoca della Prima repubblica, lo sputtanamento eruttava solo nei momenti topici della lotta politica, che almeno c'era, per poi sgonfiarsi a ranghi ricomposti, a equilibri nuovamente stabiliti. Come fanno le cosche mafiose. Oggi, nel vuoto pneumatico dei contenuti, è diventato endemico e, ad ogni equilibrio instabile, inizia il lavorio di lesina per indebolirlo e farlo crollare. E' come se, sempre nell'ambito delle dinastie di settore, potessero assurgere alla competizione - quanto al potere, è tutto da vedere - anche i cadetti. La sagra dei vaniloqui può cominciare.

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