giovedì 21 novembre 2013

Costumi atavici, purtroppo sempre possibili.

Vivevano in una normalissima casa di una normalissima strada. Tre povere donne, nella cosmopolita Londra, senza che nessuno se ne curasse, mentre i loro aguzzini, una coppia di coniugi di sessantasette anni, le avevano ridotte in un tale stato di soggezione e controllo, da essere certi che non avrebbero mai chiesto aiuto ad alcuno. E' stato per questa tardiva sicurezza che le tre sventurate, sopo essere entrate in contatto con il mondo esterno, attraverso un documentario televisivo, hanno contattato ( avevano una portavoce fra di loro )l'associazione di cui si parlava e, dopo molti tentennamenti, si sono risolte a fuggire da una situazione etologicamente, prima che culturalmente mai assimilabile del tutto. Una ha già sessantanove anni ed è malese, una delle tante asiatiche che vivono a Londra; un'altra è irlandese ed ha cinquantasette anni; la terza è britannica ed ha trent'anni, non è, cioè, mai stata libera, ma è l'unica ad avere ancora una possibilità di riscatto. La rispettabile coppia le aveva ridotte ad essere le proprie schiave e nessuno, nell'ambito di un quartiere "normale", se ne era accorto o, più probabilmente, se ne era curato. L'acquisizione delle tre povere persone dovrà essere chiarita, ma si presume che a Londra esista un "mercato" parallelo della "forza lavoro", acquisibile nei ranghi degli stranieri "senza referenze" dispersi nell'indifferente metropoli. Il caso della bambina, si direbbe appena partorita ed oggi trentenne, è un altro terrifcante segnale di una realtà, probabilmente non ignota e rimossa, in quanto non "cosa propria", nell'ambito dei diseredati. Questa ragazza sa almeno leggere, scrivere e far di conto elementarmente? O è nella condizione di essere comunque ai margini e sottoposta all'arbitrio di chiunque, dato che all'impegnativo buon volere delle "altre" persone e famiglie, non è lecito sperare. Certamente non a questi livelli di situazione. Chi può aspirare ad "adottare" una trentenne con una vita mutilata? Una coppia senza figli? Credo di no. Ecco manifestarsi un fenomeno di schiavitù urbana, storicamente non sconosciuto: era praticato sui trovatelli, sul "bottino di guerra", sui "provinciali" senza referenze, anche nelle società antiche, greca e romana, ma non solo, in primis. Ed ecco che nella megalopoli, dove le comunità pakistane vivone chiuse all'interno delle loro famiglie e del loro clan, nei quali le donne, ad esempio, spesso parlano solo l'hurdu e mai si mischieranno agli inglesi e nelle quali, sui quindici anni, molte ragazzine scompaiono per essere date in mogli, attraverso le combinazioni coniugali, a connazionali, sul suolo inglese o in Pakistan e non fanno ritorno a scuola, dopo le vacanze estive, viene casualmente scoperta una relatà di prigionia e sfruttamento, garantita dalla paura di essere per trent'anni ( e prima? )e dalla nascita ridotte in una condizione di uso e negazione di personalità, nella quale, solo il richiamo di una coscienza timorosa - come meravigliarsene, che cosa faranno ora? - ma sopravvivente, le ha affrancate dal servaggio, del quale una coppia si valeva, forse con qualche pretesto autogiustificatorio, del tipo:"con quella gente, si può fare; è sempre avvenuto". In fondo, chi sono?" Sarebbe atroce, ma ormai non si può escludere. Nella fattispecie, le serve, denominazione in latino delle antiche schiave, erano tre donne, sfruttate secondo una tradizione di usuale utilizzo nell'ambito della casa, alternativa allo sfruttamento sessuale delle antiche etere, come capita alle bambine povere del nord della Thailandia e a tante altre sventurate, senza istruzione e senza difese, in ogni parte del mondo. Anche nella liberale Inghilterra e non solo negli slums o nelle terre di nessuno del suo tessuto urbano, ma anche nell'appartamento accanto, in un quartiere di piccola borghesia. Ai diversi livelli di (in)consapevolezza permangono e si tramandano usi consoni al costume e alla cultura di chi li pratica e nei quali, la solitudine e la mancanza di mezzi, non solo materiali, ma anche espressivi e della consapevolezza della propria dignità, possono tramandare ogni sorta di nequizia, accanto e parallelamente ai buoni convenevoli dei più fortunati.

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