martedì 30 luglio 2013

L'armageddon che da noi non viene mai.

Mentre, fra poche ore, si chiuderà(?) la vicenda politica di Silvio Berlusconi, attraverso la prima sentenza passata in giudicato, è prossimo il redde rationem della sinistra nata dalla fusione della DC popolare e dell'ex partito comunista. Sul piano politico e sottoculturale non poteva andare diversamente con i chiari di luna successivi alla fine del comunismo, dato che cattolici e socialisti non potranno mai confondersi. mentre, a livello sentimentale una simpatia sotto traccia collega le rispettive basi del fu PCI e di metà della già DC. Sulla base di un pasticcio irrazionale non si è dato luogo solo ad una formazione perdente anche se giocasse da sola, ma si sono fuse due banche, una rossa con base territoriale espansa a qualche utile transazione internazionale, ricca ma conservatrice e conservativa, con Banca Antonveneta, già frutto di una sintesi fra due realtà, una padovana e una lombardo veneta, della finanza cattolica. Sta di fatto che, operando sul mercato, si sono scoperte le macroscopiche approssimazioni dell'acquirente ufficializzato in MPS ( spesso l'acquirente non è reale, si procede per concambi azionari manipolatori e, alla fine, nessuno mette un soldo ). In questo caso, invece, sono usciti dalle casse del MPS dieci miliardi di euro: uno sproposito, soprattutto al buio della mancata preliminare stima dello stato patrimoniale dell'Antonveneta, non disastroso comunque, parametrato al prezzo. A detta di molti, più che di una stima sbagliata ed eccessiva, si è trattato di una trasfusione nelle condutture del costituendo Partito della Margherita, antesignano del PD. La catena evolutiva di queste fragili compagini è molto più complicata e sfuggente di quella umana, perché le specie vincenti sono troppo numerose e l'orizzontalità spartitoria della base cultural-popolare ne fraziona troppo i beneficiari, che, fra l'altro, non sono di miti pretese. I compagni anemici si sono avventurati con troppa superficialità nella palude delle clientele para confessionali e, nella veste di donatori - perché pare che i soldi siano stati effettivamente conferiti e non nominalmente scambiati - si sono trovati con l'acqua alla gola. Veleggiando, senza bussola, nel mare magnum del mercato, anche se afasico e domestico, già che c'erano, hanno per anni mascherato il potenziale default attraverso operazioni sui derivati, cioè scommesse sul futuro, che hanno occultato lo stato reale della banca post acquisizione. Nessuno crede che la situazione sia sfuggita agli ispettori della Banca d'Italia, anche se i derivati, per degli statali, quali sono i qualificatissimi tecnici della banca centrale, restano, probabilmente, oscuri. Ma che lo stato dei conti non fosse esplicito dovevano saperlo. Sta per abbattersi sul MPS e sulla politica "democratica" uno tsunami giudiziario del tutto simile a quello che ha coinvolto, a posteriori, l'irresistibile, ma non chiara, ascesa di Silvio Berlusconi e, vedrete, che avrà la stessa genesi, la stessa trafila giudiziaria, solo più rapida se sarà circoscritta alla banca. Ma se toccherà gli apparati dell'incongrua brigata, saranno i magistrati a trovarsi sotto accusa, mentre i capataz rifiuteranno di dimettersi, al netto di qualche caso "esemplare". Questo nostro Paese non possiede neanche un barlume dell' etica civile che caratterizza almeno le classi dirigenti di Paesi alieni e frigidi e, in questo senso, l'amoralità è democratica, orizzontale e condivisa. Lo scandalo consiste, casomai, nel non poter prendere parte al banchetto. Le acque per ora si sono solo ritratte: aspettiamo l'onda e poi...gli ex democristiani si separeranno ( divorziare mai, non è ammesso ), gli ex comunisti italiani, unici fra tutti gli ex comunisti d'Europa, resteranno con i cocci da incollare? Potrebbe essere una situazione da larghe intese, con tanti sacrifici per chi continua a tirare la carretta. Da noi, il Messia è già arrivato, ma il giudizio finale tarda sempre.

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