venerdì 19 luglio 2013

La democrazia autoritaria.

Siamo da tempo precipitati in un sistema che con la democrazia non ha nulla a che spartire, ma non è una condizione originale. L'Italia è sempre stata quella che si rappresenta ora e i passaggi giudiziari che hanno cassato la prima Repubblica, dietro violento imput degli Statunitensi, non ne hanno cambiato la natura sociale, né hanno alterato i meccanismi del potere che sull'assemblaggio sociale si fondava e si fonda. Sono anzi riemersi, dopo decenni di ipocrita rimozione, tutti gli stigmi di un fascismo occasionalmente superato in sede bellica, nel contesto di una società sfilacciata e restituita alla sua superficialità. Quando ci si adagia su una mentalità basata sul silenzio prudenziale e, in qualche caso, sull'obbedienza cieca, l'impatto morale e ambientale è devastante: si incistano e poi si radicano nel profondo le tabe del servilismo. Siamo stati travolti e non riusciamo a rialzarci, da un fenomeno uniforme di impoverimento, morale e materiale e di crisi, nel quale sono riverberate forme di rifeudalizzazione e si è ricreato un vasto e diffuso ceto dipendente, composto da famigli, servidorame, che cerca in questo stato una tutela dalla precarietà. Sul piano istituzionale, abbiamo un Presidente della Repubblica garante di poteri alieni, in un Paese nel quale funzionari esteri comandano operazioni di polizia, senza che il Ministro preposto "ne sappia nulla". In fondo, Napolitano è come quei fascisti che presero altre sembianze dopo la caduta del regime, rimanendo intrisi degli umori, dei sentimenti e dei comportamenti, dissimulati a parole, della loro costituzione interiore. Sul versante comunista, che è franato, il Funzionario Napolitano è la stessa cosa; per i paradossi storici, può, in fin di vita, impersonarne i tratti illiberali, dirigistici e anormativi, nei quali guazzano i corrotti tradizionali, gli aspiranti corrotti e tutta un'insipiente accolita politica, ormai conchiusa nel suo recinto e fine a se stessa. In questi termini, la situazione non è suscettibile di cambiamenti. Occorrono sommovimenti radicali, drammatici ma necessari.

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