giovedì 4 luglio 2013

Caleidoscopi.

L'esito paradossale e contraddittorio delle manifestazioni egiziane, che hanno portato alla defenestrazione di Morsi e alla persecuzione dei Fratelli musulmani, non è suscettibile di analisi razionali, nè di evolute simmetrie formali con il diritto, come noi lo conosciamo. Resta una tappa, se regressiva lo vedremo presto, di un disperato tentativo di evoluzione di un paese storicamente affascinante che propone quali protagonisti ( o comparse? )plebi violente, irrazionali, primordiali. Le masse, comunque, anche in Egitto sono tornate a farsi sentire con decisione, senza mediazioni e hanno messo in crisi l'apparato di potere che si andava configurando, ben diverso dalle aspettative di coloro che avevano rovesciato Mubarak. L'emarginazione - se ci sarà - dei Fratelli musulmani potrà impedire un precipitare nelle tenebre dei dogmi religiosi ( e non ), ma un popolo così incivile, emotivo e sempre pronto alla festa della deposizione, dovrà purtroppo convivere con la tutela degli uomini in armi, tutt'altro che rappresentativi del pensiero liberale e, finchè l'istruzione popolare non verrà diffusa, con ogni mezzo, anche volontaristico e la salvaguardia della salute non sarà seriamente ricercata, non ci si può illudere che questa gente possa conoscere e apprezzare i diritti civili e il rispetto legale della propria e dell'altrui personalità. Senza illudersi, è comunque qualcosa che senta indistintamente il desiderio di non subire più fatalisticamente atteggiamenti tirannici. Purtroppo, la violenza che, nella calca, è stata esercitate su diverse donne, egiziane e straniere, che partecipavano alla rivolta o la documentavano, è un pugno nello stomaco che mutila e assimila tutta la piazza alla teppaglia. Spero che non sia stato così uniformemente, ma l'inumana reazione a un sintomo di emancipazione di esseri umani che ritenevano, con coraggio, di essere finalmente persone dotate di parola e di libertà, fa disperare delle comuni aspirazioni che pur contraddette, sottendono indistintamente e inconsapevolmente all'occupazione pubblica de Il Cairo. Fa comunque specie rilevare come anche in Europa, le confuse formazioni di sinistra si siano trovate nella condizione di approvare un colpo di Stato che dopo un anno ha deposto il primo Presidente eletto dell'Egitto. E' un sintomo della confusione e della perdita di riferimenti dei movimenti politici e del globalismo che ne mulina l'attenzione e l'analisi fuori contesto, fuori cioè dalla civiltà giuridica di appartenenza, scombussolata da organismi estranei e da influenze culturalmente inconciliabili.

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