venerdì 19 luglio 2013

La mafia mi ucciderà, ma saranno stati altri a volerlo. Paolo Borsellino.

Perchè la mafia non è un'accolita di zoticoni ignoranti, ma il braccio armato tradizionalista - tranne che negli scopi estranei alla sua vetusta mentalità - del potere fondiario, di cui costituì originariamente la Guardia bianca, gattopardescamente riformatosi nelle apparenze, ma rimasto chiuso in se stesso, nell'ambito di una società che vuole immobile e non influenzabile da metodiche dinamiche e trasparenti. La mafia è sempre stata nello Stato, lo ha affiancato ma soprattutto se ne è servita. Lo Stato è contro chi si oppone alla mafia, che considera eversori del suo equilibrio e trova nella mafia volgare i suoi esecutori. Le terre dominate dai poteri borbonici, intatti nella loro stratificazione, sono finanziariamente ricche, ma nessuno di quei denari viene investito nell'evoluzione economica e civile di quelle terre rassegnate o complici. Involve in depositi statici e in partite di giro a favore di un'appartata e riverita società di reddittuari. La Sicilia conosce la maggior densità di sportelli bancari.

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