venerdì 12 luglio 2013

Incompatibilità

La moglie del dissidente kazaco e la loro bambina sono state espulse illegittimamente, recita una nota diplomatica, quindi del Ministero degli esteri. Questa volta il Ministro Alfano che, senza interpellare nessuno le ha fatte espellere, mobilitando cinquanta agenti della Digos, ha taciuto. "Potrà tornare in Italia per chiarire la sua posizione". Paese mediorientale ( già latino-americano ) mediocre e insignificante, in cui ciascuno, a tutti i livelli - che poi sono uno solo - cura il suo particolare. Chiacchiere al vento dell'ipocrisia: signora e bambina sono già agli arresti domiciliari, ostaggio di un dittatore e, a parte l'inconsistenza dell'affermazione, sarebbe lei a dover chiarire che cosa? Il capogruppo al Senato ed un altro importante senatore del PD, hanno depositato una proposta di modifica alla legge del 1957 che vieta l'eleggibilità a persone che, detenendo cospicui asset industriali e finanziari - siano in patente conflitto d'interessi, introducendo una proroga di un anno per sciogliere l'impedimento. C'è in questo un odore di diritto "canonico" che sa di crisantemo marcio. Ricordate quando nel 1994 Berlusconi sciorinava di blind trust all'americana e vantava la sua natura idealistica e stoica, che "avrebbe potuto portarlo alla suprema rinuncia, una volta sistemata la posizione dei suoi figli". Se non c'è riuscito fin'ora, perché dovrebbe poterlo fare oggi? E, in ogni caso, dura lex sed lex. Prima cade questo Governo e viene sciolto il Parlamento e meglio è. Speriamo che l'Europa questa volta sia tassativa e che risulti evidente che questa classe politica e questa compagine sociale, in Europa non ci può stare.

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