giovedì 25 luglio 2013

Ferarum ritu

Una bambina yemenita di 11 anni è stata sottratta al suo matrimonio, combinato dalla sua famiglia con un uomo maturo, da uno zio che le ha conferito anche la sicurezza necessaria a denunciare la sua vicenda ed a proporre un manifesto contro la vendita delle bambine in "spose", in società immobili nel loro costume. La fortunata vicenda che non mitigherà l'infelicità di quelle creature, è una delle tante e dissimulate espressioni della pedofilia, in questo caso, nel mondo arcaico. Ho potuto vedere in rete un documentario, realizzato nelle strade di Napoli, a cura del Comune stesso, nel quale, a bordo di un'automobile, guidata da una giovane assistente sociale, si percorrevano le vie della prostituzione minorile e infantile, praticata da sempre nella città partenopea e descritta letterariamente da almeno tre generazioni. Ebbene, le famiglie - dicevano i protagonisti dell'indagine - continuano a mandare per strada, a prostituirsi, i loro figli, bambini e bambine, per i quali c'è un mercato a cielo aperto. La macchina della illustratrice, lungo il percorso, veniva colpita dai sassi che i ragazzini, "disturbati", le lanciavano per allontanarla. Tutti i visi erano schermati. Infine, un assessore, anche lui sullo sfondo delle zone dove si svolge lo straziante mercato, si limitava a descriverlo e ad invocare l'intervento di non si sa chi, se neanche l'amministrazione pubblica, compresa - devo ritenere, anche se non se ne parlava - quella di polizia, non fanno altro che constatare e commentare. Anche in India, a Bombay ( Mumbay) in quelli che in occidente definiremmo con ipocrisia "quartieri a luci rosse", vivono, si riproducono e costituiscono delle vere e proprie famiglie, tanti "intoccabii" che praticano, per vivere, la propria prostituzione e, prestissimo, quella dei loro figli e figlie. E' una schiavitù scoperta, dichiarata, ignorata e utilizzata. In occidente, l'abuso infantile viene ugualmente praticato, come si scopre tristemente in ambiti degradati economicamente e culturalmente, in una percentuale certamente inferiore a quella reale e come "non si scopre", con ogni probabilità in ambienti borghesi e alto-borghesi. Sembrano quasi emersioni dalle latebre dell'evoluzione, rimosse, occultate e negate, ma purtroppo - a quanto pare - irresistibili, in persone che non possono non avvertire lo sconvolgimento psicologico che provocano. E' un contegno che è praticato ( perchè non posso credere che il fenomeno si sia estinto con la sua denuncia ) nell'ambito della corporazione degli ecclesiastici, in ogni parte del mondo e che pare presente anche nell'ambito di persone che, per mestiere, missione, vocazione o semplice occasione, hanno facilità e costanza nella frequentazione dei fanciulli. E' ben noto - ma non orizzontalmente - che l'efebismo, nell'antichità, non era una platonica contemplazione estetica. Temo che non ci sia soluzione, se non quella propugnata da Gesù, che certamente ne vedeva la pratica nella società in cui viveva: meglio togliersi la vita, prima di infelicitare quella di chi vi si affaccia.

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