lunedì 3 giugno 2013

Una mattina mi son svegliato...

I manifestanti turchi che sfilano imperterriti per le vie di Istanbul, nonostante una repressione che sconfina nel colpo di Stato poliziesco, hanno intonato "Bella ciao", in italiano. Portavano le bandiere rosse con la mezza luna islamica, erano cioè nazionalisti che della storica canzone partigiana rivendicavano, più o meno consapevolmente, solo la laicità a rischio del grande paese euralasiatico. Dei partigiani non hanno l'organizzazione bellica e forse non ne hanno neppure una nozione precisa, ma condividono con loro il sentimento di una libertà, formale fin che si vuole, ma da riconquistare dopo che inavvertitamente la si era lasciata intaccare da un potere para religioso strisciante. Bella ciao l'aveva intonata anche Francois Hollande alla vigilia delle elezioni francesi, insieme alla Marsigliese, in un sincretismo ideologico nel quale, la libertà senza aggettivi si impone come la richiesta cardine. Questo fermento è significativo di un'avvertenza aleggiante sugli eventi e sulle maniere surrettizie di amministrarli, per ricondurli ad ogni costo nell'alveo di questa o quella alleanza, comunque riaffermatrice di un potere discrezionale. La ribellione, sana e disperata scaturisce dalla percezione di essere presi in giro e finalmente sfocia nella protesta di principio, ideale, nel rifiuto di sottomettersi a modelli che la recente e faticosa storia recente aveva superato. Per i politici, qualsiasi situazione si materializzi, a prescindere dalla sua moralità o dalla sua "ineluttabilità", viene subito adottata perchè è la soluzione più comoda e, dopo aver selezionato fra i propri adepti i più adatti a riconvertirsi ad un criterio utilitaristico e opportunistico, la cavalcano con sicumera e menzogna. Stavolta, almeno per ora, questo comportamento sembra andare in crisi, non sotto l'egida di un partito da seguire o di un pensiero da adottare, bensì liquidamente, spontaneamente ( anche se i tentativi di strumentalizzazione certamente non mancano ). Sembra di assistere all'ultimo comizio di Ceausescu, prima della breve fuga, dal balcone del suo palazzo, dal quale faceva scaturire entusistiche acclamazioni, fino a che, inopinatamente, non fu subissato di fischi. Che il motivo partigiano aleggi sugli informali oppositori è un piacevole e inaspettato richiamo simbolico.

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