mercoledì 12 giugno 2013

Contessa, cos'è mai la vita..

Nel contesto della decrescita infelice che stiamo vivendo, intravediamo una società dell'esclusione. Un'esclusione crescente che, dopo aver relegato nel niente un intero continente, l'Africa, si industria nel selezionare, in progresso di tempo, sempre rigenerate e ristrette fasce di partecipanti a un banchetto che non vuole essere più condiviso. L'Africa ha conosciuto un momento di molto maggior coinvolgimento ed attenzione subito dopo la sua decolonizzazione, seppur miseramente fallita per la vanagloria di leader senza cultura e senza esperienza. Allora, però, per alcuni decenni era comparsa sulle cronache e sembrava avviarsi ad un lento, faticoso, contraddittorio sviluppo politico, etico e culturale, più che economico. Tutte le aspettative sono miseramente fallite, dalla fine della contrapposizione fra blocchi in competizione. L'invenzione dell'euro per cercare di barricarsi in un mercato interno - altra illusione perduta - ha definitivamente relegato nel nulla tutta l'Africa, ad eccezione del nord magrebino e dell'estremo sud. Il neo colonialismo, soprattutto francese, ha ripreso le sue incursioni appropriative, dimostrandosi più traditore e levantino dei vanesi dittatori a vita che, con il beneplacito degli americani e degli israeliani, hanno provveduto a togliere di mezzo. La decrescita comporta e comporterà molte altre esclusioni, perchè la titolarità dei beni si restringerà progressivamente e chi ne aveva acquisito un piccola parte e si era illuso, su questa base, di poter tentare un inserimento culturale e professionale per i propri figli, dovrà tristemente ripiegare nell'insuccesso, parlandone in termini generali. L'occasionalità della vita, l'ineluttabilità del destino saranno liricamente sparsi da una corte di aedi, ma di occasionale non ci sarà stato nulla; di ineluttabile solo la volontà del più forte.

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