venerdì 14 giugno 2013

Deframmentazioni.

Un italiano, a Napoli, ha quasi ucciso di percosse una ventiquattrenne albanese, madre di una bambina di quattro anni, perché voleva smettere di prostituirsi. Allo scopo, si era assicurata una relazione apparentemente stabile e aveva deciso di affrancarsi dal suo custode. Costui ha dichiarato che si era sentito tradito negli affari e nei sentimenti. Gli operai, licenziati un anno fa a Termini Imerese, per la chiusura degli impianti, reimpiantati in Polonia, sono scesi di nuovo in strada ( più probabilmente vi si sono spostati lasciando temporaneamente i tavolini dei bar ) a reclamare quello che non c'è più, come se si trattasse di un impiego pubblico. I giovani italiani si preparano ad emigrare, alla fine degli studi e faranno bene, per sfuggire all'emarginazione del clientelismo endemico e delle professioni di famiglia. Mancanza di prospettive e prospettive altrove. Continua la liquidazione di aziende storiche. I figli degli imprenditori acquisiscono, ereditano ante mortem, una posizione di rendita. Molti di loro ( i discendenti ), per estrema cautela e, più o meno consapevolmente, per il senso interiore della loro debolezza di carattere, afflosciatosi nella bambagia, non hanno, a loro volta, procreato eredi. La loro storia finirà con loro. I Capi del personale delle maggiori aziende sono, ormai, solo dei tagliatori di teste. Sono dotati di budget specifici e premiati in proporzione al loro raggiungimento. Nel fare il loro mestiere, che si esercita nell'eliminazione costante di chi non rispetti i protocolli aziendali o non tenga più il ritmo dell'incessante ricerca dell'utile monetario, giocano di sponda con i conati legislativi estemporanei di governi d'occasione. Altrimenti forzano le situazioni, le interpretazioni, cercando di dissimulare gli scopi. Nelle aziende di famiglia, dopo che si sono pensionati, vengono riassunti, dietro il paravento delle consulenze e pagati in cifra fissa, più le "provvigioni". Data l'età, godono del supporto di liberti a cui trasmettere tutta la loro malizia e da verificare nell'apprendimento e nelle attitudini. Per loro, nessun conflitto d'interesse; l'interesse è unitario, consustanziale, organico al quello del padrone, di cui indossano la veste di Sommo Sacerdote. I commercianti, leaders dell'evasione fiscale, hanno aggredito l'imbelle Ministro che, timidamente, preannunciava il prossimo aumento dell'I.V.A. Paventavano un ulteriore calo dei consumi, sia di quelli da indigenza, sia di quelli dissimulatori. I commercianti, associati in network o con una catena di negozi, monitorano quotidianamente gli scontrini emessi, che "devono" registrare almeno due capi venduti per ciascuno. Ai singoli commessi giungono, via mail, ingiunzioni su testi predefiniti, spediti autonomamente dai computer, programmati allo scopo. Al posto dei saluti, le mail contengono preavvisi di licenziamento. Presto, con lo stesso mezzo, saranno comminati. Le note di qualifica, ereditate dalle imprese contrattualmente strutturate, vengono sostituite con rilevazioni meccaniche e reports riassuntivi che costringono l'agire entro salici o massonici protocolli. Entrambe sono simbologie. Una volta adeguativisi, tutto il resto dell'iter lavorativo, finchè le energie lo consentiranno, sarà tracciato e i comportamenti normalizzati. Sfugge, in tutto questo, la funzione del sindacato. Casualmente, sorseggiando un caffé. ho visto, in diretta su TG.com, il congresso della CISL. Seduti su poltrone, sopra un palco, ospiti e giornalisti a gettone, ciacolavano sorridenti su ipotesi prive di fondamento: il lavoro. Nella platea di un Centro congressi, venivano mostrati i delegati e gli osservatori, in vacanza premio con obbligo di presenza. Le ferie, diritto costituzionale, vengono sprecate con soste brevissime e monche rispetto alla settimana, secondo esigenze di copertura dei ruoli con un personale volutamente insufficiente, per trarne il massimo profitto. Si trasformano così in una stasi deprimente o in un proseguimento nella corsa nevrotica di tutti gli altri giorni. Un quarantenne palestrato sventola una banconota da venti euro:"è l'ultimo obolo che pago. Chiudo il conto. - Come esattori privati anche noi non scherziamo - Me ne vado da questo paese dove si paga anche l'aria che si respira" E pensare che a me rimproverano uno scarso senso d'appartenenza. C'è dunque emigrazione ed emigrazione, con scopi pratici ed illusori. Una signora paga l'IMU, movimentando lo statico patrimonio riposto nei nostri forzieri. "Non si preoccupi - mi rassicura - sono appena reduce da una convention comunicativa a Reggio Emilia. La nostra banca, va bene - recupero, illuminato, il senso di appartenenza - quindi, a noi che importa? Tra poco andremo in vacanza".

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