venerdì 7 giugno 2013

Similitudini, in scala.

I sistemi di monitoraggio dei privati e della loro vita, attraverso le tracce che lasciano in ogni dove, vivendo la vita di ogni giorno, erano noti già da quasi due decenni. Mancava la conferma, l'ufficialità, come se solo il sigillo del potere potesse dare la stura alla cerimoniale indignazione che non sposterà di un acca il comportamento arrogante dello spione. La sicurezza, in termini generali, a giustificazione di tutto, la privatezza, fondamento di ogni prassi liberale, negata, auscultata, irrisa e strumentalizzata per qualsiasi fine ignobile, ignobile a prescindere. Se di ignominia si tratta al livello dei massimi sistemi reali,che senso attribuire al sistematico, orizzontale, organizzato ficcanasare delle aziende? Siamo arrivati al punto che i dati elementari dell'operatività di ciascuno sono soggetti a registrazione informatica e costituiscono la base di qualsiasi valutazione pretestuosa. Il controllo delle carte magnetiche, la pretesa che il loro utilizzo all'estero sia segnalato in durata e itinerario, configurano una mentalità da regime, nella quale possono adagiarsi solo i profittatori di una non evidente situazione. La maldicenza paesana eretta a criterio di conoscenza, controllo e deformazione della verità, è inquisitoria della vita degli altri. La delega a successivi "Comitati di saggi" di ogni decisione che attiene costituzionalmente alla dialettica democratica, l'irregimentazione di qualsiasi clientelare politica nazionale intraeuropea, ci fanno precipitare in una palude nella quale, chi galleggerà, sarà del tutto insensibile al dibattersi di chi, invece, vi affonderà.

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