martedì 18 giugno 2013

Le occasionalità ripetitive.

Infuria sulla rete un torneo di violenza che sarebbe riduttivo catalogare fra le intemperanze verbali. Comitati di internauti solidarizzano con la leghista che ha incitato allo stupro del ministro di colore. Nell'esprimerle solidarietà, costoro si abbandonano a paradigmi di morte in un rogo collettivo degli interi quartieri che, a dir loro, occuperebbero i "neri". La progenie di questi immigrati, che consente ai genitori di ottenere l'assegnazione delle case popolari è paragonata alla merda che, sempre a lor dire, inquinerebbe, ma potrebbe tornar utile per la concimazione. I comitati internazionali dei nazisti hanno per ora ripiegato, dagli ebrei, agli islamici, intendendosi per tali solo gli immigrati. Non sono solo questi border line a nutrire siffatti sentimenti di un primitivismo quasi animale, si nascondono - non sempre - anche dietro l'affettazione delle maniere. Gli anni in cui mi sono formato sono stati caratterizzati da una radicale ribellione della borghesia studentesca, nel pieno della sua "crisi puberale". L'Italia bigotta e post fascista è stata sovvertita nel costume, la cultura dei diritti, con tutte le immaturità e le approssimazioni del caso, ha conosciuto una stagione florida. Si è trattato di un fenomeno esclusivamente borghese, qualche volta di "borghesia operaia". Le lotte sociali e sindacali, il rinascere dal seno della sinistra storica dei partigiani-brigatisti-comunisti, è un'altra storia che si è frammentariamente mischiata, per contatto, con il '68, con il 77, restandone distinta. Lo yuppismo degli anni '80, la fregola della finanza che contagiava tutte le anime imbelli, arruolandole in un esercito di avanguardisti senza conoscenza degli strumenti e dei fini, che non fossero il giovanile desiderio di assumere i caratteri pubblicitari vincenti della loro epoca, ha segnato, con i suoi fallimenti, senza sanzione, il regresso civile, prima che economico, in cui ci agitiamo rimanendo sul posto. Non tutto, nel recinto cattolico, era vandeano. Purtroppo gran parte, sì, ma uomini come Fiorentino Sullo e Aldo Moro seppero intepretare gli eventi e dare una svolta autenticamente democratica e progressista alla politica italiana. Moro, in particolare. I socialisti, con i liberali che poi sarebbero scomparsi nel momento stesso in cui tutti si proclamavano tali, introdussero significative leggi sui diritti civili, relative finalmente anche al mondo del lavoro. Poi, con la Milano da bere, firmarono un altro Concordato con la Chiesa, segnando l'eterna controriforma delle vicende religiose in Italia. L'auspicio di Camillo Benso Conte di Cavour - libera Chiesa in libero Stato - è sempre stato disatteso. Attraverso un lungo ma incontrastato processo di ripiegamento, che cominciò con il referendum sulla scala mobile, con le prime missioni militari all'estero del quadriennio craxiano, in spregio alla Costituzione, l'espansione autonomistica dal centro a tutte le ramificazioni delle istituzioni e delle grandi imprese industriali e soprattutto bancarie, si rattrappì senza criterio, in nome di una improvvisa scoperta dell'efficienza e della redditività, come se precedentemente si fosse vissuti di ozi e di rendita. Qualcuno certamente lo faceva e lo fa ancora. Efficienza e redditività che, mentre venivano retoricamente invocate, andavano di pari passo con una dispersione finanziaria senza paragoni nella storia repubblicana, che coinvolse, per la prima volta, le famiglie, attratte dal suono del piffero magico dell'arricchimento senza la fatica consueta. Poi, almeno noi Italiani, ci siamo barricati a viva forza e senza detenerne le caratteristiche necessarie, in tutti i fortilizi dei maggiori Paesi della Comunità europea che, ribattezzata Unione, non è mai stata tanto costrittiva, fuori dalle diverse realtà effettuali e litigiosa, cioè assolutamente divisa nelle sensibilità popolari che, però, vengono ignorate sulla base di un progetto per ora continentale e, in progresso di tempo, mondialista, se il diavolo - come è probabile - non ci metterà la coda, senza trascinarci possibilmente in altre ambasce per l'interesse di pochi, non solo intra ma soprattutto extra moenia. Per questo le rivendicazioni spontanee, nella sensibilità di chi le mette in atto ed al netto delle pur certe speculazioni non evidenti, l'influenza della Rete sono fondamentali per non precipitare a piombo - e il piombo saremmo noi - lungo i crinali della dispersione e del superamento autoritario della democrazia, il cui lume deve rimanere acceso per poter essere ancora alimentato. La concentrazione del potere, le poche figure bugiarde e mediocri che la rappresentano, congiurano a nostro sfavore. Per questo la cultura della libertà, della dignità, dell'eguaglianza e dei diritti va coltivata e proposta. Noi, ragazzi del '68 e giovani del '77, non ci saremo più, ma a rimanere sconcertati saranno allora i corifei, i banditori e gli incerti propugnatori di un successo che solo pochi avranno conseguito ( e, solo per capire come va il mondo, sarà bene investigarne i motivi sotto le apparenze. Può darsi che qualche eccezione si trovi ) e una nuova stagione più o meno rinascimentale potrà essere conosciuta, secondo le occasionalità ripetitive della vita.

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