lunedì 17 giugno 2013

Sipario.

In Grecia non ha chiuso solo la televisione di Stato, fonte certa di clientelismi e sprechi, ma strumento pubblico amputato. Evidentemente, negli scenari che si prospettano, la pubblicitaria macchina da guerra per i partiti familiari greci non è più necessaria, tutto si cristallizzerà nella stasi dittaoriale del già dato. Speriamo che i paradossi della storia ci stupiscano ancora una volta, anche sanguinosamente, se necessario. In Grecia ha chiuso anche la Filarmonica di Stato che si è congedata con un ultimo concerto. La cultura non è più possibile, la sua proposizione, con pochi clienti, non è più sostenibile. Andiamo verso un mondo nel quale la cultura, appannaggio dei popoli ricchi, si esalterà in deliri di superiorità per una borghesia ansiosa di uscire dagli angusti limiti della mediocrità. Il pampa Papa dice qualcosa d'interessante. La logica dei numeri, del profitto non è umana, neanche in senso naturalistico. Ben vengano gli incoraggiamenti ad un'azione che è solo nelle mani degli uomini, maschi e femmine. Purtroppo, il senso della vita invocato dal Papa è deterministico, conduce, se applicato, alla morte della libertà. Ma dialetticamente, suo malgrado, va bene. La Chiesa è una potentissima e ricchissima entità mondana. Intende muoversi secondo le intenzioni espresse dal Santo Padre? Come, concretamente? E' disposta ad agire parallelamente ad associazioni con cui condivide solo qualche capitolo del "Verbo"? Berluconi invita all'indebitamento per esentare i commerci dall'IVA e le dimore dei ricchi dall'IMU. Invita esplicitamente a fregarsene di qualsiasi regola liberamente sottoscritta. Solo su questo argomento aveva ragione Monti: è un cialtrone. Se invece promuovesse una reinterpretazione del dettato costituzionale e poi indicesse un referendum, sarei con lui: l'Italia è l'unico Paese a non essersi espresso, anche se, altrove non ne hanno tenuto conto. Almeno si sa che il popolo, accantonato, non è d'accordo. Non è la Germania il membro forcaiolo e ultraliberista dell'Unione europea; sarebbe in contraddizione con il suo modello socio-economico: è l'Inghilterra, antenna degli Stati Uniti, che, pur proponendosi di uscirne l'anno prossimo referendariamente, agisce e preme quotidianamente sugli uffici di Bruxelles, perché al cesarismo regolamentare si abbini il più deregolamentato liberismo finanziario e operativo. Come in tante piccole consorterie di avidi e piccini accumulatori. Erdogan disconosce il parlamento europeo, che aveva censurato l'inammissibile repressione violenta di una protesta giustificata. La Turchia non è europea, tranne compositamente e per qualche aspetto l'internazionale Istanbul, che dovrebbe godere di uno statuto autonomo. Ammesso che ci tenesse, deve averne preso atto. Per coniugare regime repressivo e affari ha scelto la via dell'islamismo. Da noi, a suo tempo, quella del trono e dell'altare. Istanbul non è rappresentativa della Turchia, ma speriamo che basti a tenerla al riparo dall'oscurantismo. Purtroppo, l'Europa non la soccorrerà. L'assemblea dei grillini vota sull'espulsione di una senatrice che si è espresa come le competeva. Non ci sono scuse: un movimento che tacita il dissenso è privo di legittimazione, anche se la corruzione parlamentare è in atto. Al G20 del 2009, i partecipanti erano spiati. Serva di monito ai "codeterminatori" di tutte le risme. Gli operai di un'azienda di trasformazione di prodotti agricoli, non possono più accedere alla proprietà privata, per protestare. Ad impedirglielo, dei bodyguard, versione aggiornata dei bravi manzoniani e della mafia originaria, guardia bianca del latifondo. Alti lai, a Taranto, perché l'ILVA non può riprendere ad inquinare la città. Rifuggire dagli accomodamenti. I tempi sono fra i meno affidabili. Questo gioco vale solo per i "girolimoni", ricchi e poveri.

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