venerdì 21 giugno 2013

Ischemie sociali.

Le presenti contingenze, atrofiche delle tradizioni rivoluzionarie che vi sarebbero ampiamente giustificate, stanno producendo un fenomeno estraneo, non catalogato, non noto: sono rinate le masse. Non le masse eterodirette da qualche avanguardia, grezza o sofisticata, bensì le masse "autoconvocate" che occupano le strade delle megalopoli dell'eclusione. Assenti o patetiche le organizzazioni politiche e sindacali, la "gente" ha cominciato a far da sé e a farlo bene. E' la polizia che, impazzita, provoca menomazioni e morti. Le proteste arabe, involutesi nel loro contrario per l'influenza endogena della religione, quelle turche e quelle brasiliane che sono succedute agli indignados e ai vari occupy, stanno apportando fisiologico ossigeno, dove l'incancrenirsi sterile degli apparati lo aveva seccato. La presunzione di fare solo per sé, ha come si suol dire, il fiato corto, ma i fenomeni, anche quelli apparentemente più essenziali, sono invece complessi. Troppe sono le influenze che congiurano alla ritirata. Ammoniva Confucio: il tuo nemico non è fuori di te, è dentro di te. E, tanto per intenderci, il tuo nemico non è il diavolo.

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