domenica 1 marzo 2015

Regali e sacrifici.

La serva Italia pagò, all’inizio del 2012, dopo che S&P aveva declassato il rating della penisola, con una mossa finita al centro dell’inchiesta per manipolazione del mercato, oltre 2,5 miliardi di euro a Morgan Stanley in attuazione della clausola di risoluzione anticipata di un derivato. La banca d’affari statunitense, troppo esposta nei confronti dell'Italia, fece appello a un codicillo che le consentiva di chiudere anzitempo il contratto sottoscritto nel 1994 con il Tesoro, facendosi restituire l’intero valore di mercato della posizione, che in quella fase era particolarmente alto proprio in seguito alla debolezza finanziaria dell’Italia. La beneficiaria è azionista della valutatrice che, con le sue sentenze, modifica i corsi delle aziende bancarie e degli Stati, le une e gli altri, infarciti di massoni. In quel periodo era stato appena nominato a capo del nostro governo un massone internazionale, socio e consulente dell'una e dell'altra e del Fondo monetario internazionale, dietro il paludamento di una, altrimenti sterile e poco pagata, toga accademica. L'esordio del golpista senatore a vita, uomo di paglia, assegnatoci da governi stranieri e istituzioni complici, fu un regalo alle agenzie ed alle banche d'affari americane. Il danno fu, come sempre, per i cittadini comuni. Che l'intreccio degli interessi che contano e delle carriere, a scendere, che ne derivano, siano strettamente legati ai rapporti di loggia, rotaryani e lionsiani - come, per converso e compensazione, sull'altro versante, attraverso la ramificatissima rete della finanza cattolica - è cosa nota e arcinota. Che si pretenda di fare carriera o affari senza un po' di socievolezza rende estranei e sospetti. Estranei a certi ambienti e non disposti ad esserne servi, si è per condizione e, in minor numero di casi, per scelta. Sembra strano e pretestuoso, ma può capitare di nascerci e, forse anche per questo, di volerne essere estranei, ma l'impunità civile e penale di questi ladri di buone maniere suscita, per un attimo, lo sdegno dei giusti, ma la ripulsa dei pochi.

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