giovedì 26 marzo 2015

L'abito vero, sotto le apparenze.

Due carabinieri campani, di stanza in Veneto, quando erano in licenza, si dedicavano, a casa loro, alle rapine. Sapevano sparare bene, come i camorristi che "gestivano" informalmente un supermarket appartenente ad una catena di empori, tanto da riuscire ad imporsi sui pistoleri, padre e figlio, che, da ferventi fautori dell'ordine quando li riguardava, li inseguivano, speronavano e ingaggiavano una sparatoria con i due tutori di un altro ordine, custodito come gli accantonamenti dagli evasori fiscali. E' morto, alla fine, il camorrista giovane, il figlio di tanto padre. Il personale del supermerket, a sua volta e, in parte, sull'auto della famiglia proprietaria, si è prestato alla vendetta per il furto subito dal padrone da cui dipendevano e dal quale avevano ottenuto quel posto, in cambio non solo di un modesto stipendio, ma anche della fedeltà feudale al loro Capo e benefattore, sia che esercitasse un mestiere di copertura, sia che venisse attaccato da militari-rapinatori, nemici, dunque, due volte. "Bravi" al soldo di un "don" qualunque; "bravi" sotto mentite spoglie, di un'Arma benemerita secondo luoghi e circostanze.

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