martedì 24 marzo 2015

Che sorpresa!

L'annuale report del Ministero del lavoro sullo stato di applicazione delle normative contrattuali e legali nelle aziende, registra, come ogni anno, ogni sorta di abusata indifferenza verso tutti gli istituti di civiltà giuridica e sociale. Il lavoro nero, inteso come straordinario non pagato, l'indifferenza verso la maternità e il puerperio, la prepotenza mascherata da disciplinarietà, il mobbing praticato come normale dinamica dell'efficienza professionale, ci consegnano, per l'ennesima conferma, uno spaccato di egoismo, di accaparramento dei cespiti delle risorse, uno sfruttamento di ogni possibilità di condizionare molte estranee condizioni personali e sociali. Lo Stato, da parte sua, aggrava con la sua bulimia da deficit, una situazione di sopravvivenza per molte categorie di lavoratori, ma l'attività imprenditoriale di nulla si cura che di se stessa, non conosce solidarietà di categoria, ma solo arruffamento speculativo. Due dati su tutti colpiscono la mia attenzione, posti in evidenza dalla stessa Direzione Generale per l’Attività Ispettiva: su 221.476 aziende ispezionate appartenenti a tutti i settori produttivi, ben il 64,17% sono risultate irregolari (ovverosia 142.132, oltre un’azienda su due e su 181.629 lavoratori irregolari, il 42,61% si è rivelato totalmente in nero (ovvero 77.387), comportando un’evasione di contributi e di premi assicurativi pari all’astronomica somma di 1.508.604.256,00. Cifre da “legge di Stabilità”. Che si tratti, poi, di accertamenti relativi a “significativi illeciti di natura sostanziale” e non a mere contestazioni formali, è lo stesso rapporto che lo sottolinea evidenziando, nella lista degli illeciti sanzionati, fattispecie quali il “lavoro nero”, “l’utilizzo abusivo di forme contrattuali flessibili volte a dissimulare veri e propri rapporti di lavoro subordinato in funzione elusiva della normativa vigente”, fenomeni di “appalto/distacco illecito o di somministrazione abusiva e/o fraudolenta volti a realizzare illegittimamente un consistente abbattimento del costo del lavoro”, abuso nella fruizione della Cassa Integrazione Guadagni in deroga, illeciti in materia di orario di lavoro, sfruttamento di categorie di “lavoratori svantaggiati” quali extracomunitari clandestini, minori, lavoratrici madri e gestanti. Tranciante è dunque il giudizio del redattore del “Rapporto”, che afferma come tali dati (ed in particolare quelli sul lavoro sommerso), siano sintomatici “della completa assenza – in un’ampia percentuale di casi – della sia pur minima attenzione ai diritti e alle tutele fondamentali dei lavoratori, nonché ai connessi profili della salute e della sicurezza”. E' stata dismessa la lotta, siamo stati condotti come ciechi nell'agone delle potenze soverchianti dal calcolo personale che specula sulla debolezza del tessuto connettivo del nostro Paese, dei politicanti rottamatori dei loro predecessori, ma schiavi del rinnovato, pur sempre uguale, copione di figuranti della scenografia entro la quale si sono succedute le generazioni ed i costumi, gli abiti indossati, unica variante concreta di ogni speranzoso e vacuo "nuovismo" recidivante. Sottoposti, senza reazione, allo stesso trattamento della Grecia, più sul piano politico che economico, siamo costretti fra i ragionieri del Consiglio di amministrazione europeo e i nazionalismi più stantii e retrivi, in una riedizione dell'Impero guglielmino e della sua Vandea periferica, fra riedizioni di tradizionali povertà e conati di carrierismo, se appena in possesso di "titolarità" al medesimo, confondendo cultura del potere con il potere in senso proprio.

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