mercoledì 4 marzo 2015

L'eterna storia dell'ingiustizia e del dolore.

Le ultime madri indomite de Plaza de Mayo sono prossime a scomparire. Con loro si inabisserà la ricerca della verità sugli omicidi bianchi, sugli affidamenti degli orfani delle madri uccise subito dopo il parto. Leggevo oggi di una delle ultime che, dall'alto dei suoi ottantasette anni ha rilanciato l'invocazione disperata di una madre il cui figlio è stato inghiottito dalla mafia golpista trentotto anni fa. Costei chiama in causa un anziano militare nominato dalla corrottisima presidentessa Kirchner a far parte della sua coorte. I chiamati in causa tacciono complici in attesa che la natura faccia il suo corso e il rimpianto, l'accusa, si spengano per sempre, o meglio fino alla prossima volta. Chiama in causa, per nomi e cognomi la Chiesa fascista argentina, del tutto speculare a quelle di molte altre nazioni sudamericane, per non dire tutte. Il pampa-papa - dice - non è mai stato al nostro fianco in patria. D'altra parte, non è senza senso che proprio verso l'Argentina, per il tramite della Chiesa cattolica, tanti criminali nazisti abbiano trovato ricetto, attraverso un canale privilegiato messo in piedi dal Vaticano alla fine della guerra. Le parole si perdono al vento, generazione dopo generazione, mentre a parte di quelle che si sono succedute, insieme a quelle delle classi dominanti del terzo mondo, è stato materialmente impedito di vivere e di potersi riprodurre attraverso l'educazione dei loro figli. La pervicacia nella denuncia, per quanto inutile sul piano pratico, rimarrà almeno a testimonianza su quello storico.

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