martedì 10 marzo 2015

L'Italia dei ripieghi.

Quando si parla per dar fiato alle corde, da parte di personalità che, in precedenza, potevano riferire la loro predicazione ad elementi tanto sovrastrutturali e sub-culturali, quanto diffusi e condivisi, vuol dire che la finzione si è fatta scoperta e che bisogna enfatizzarla oltre ogni decenza, per crearsi, con il potere, una claque di sostenitori. Mentre le cronache sono pervase di violenza, privata, pubblica, fra soggetti informali e Stati in dissesto, improbabili oratori riempiono il vuoto concettuale con ogni sorta di rumore e di fonema, a prescindere da quello che dicono, il cui significato sfugge, molto spesso, anche a loro medesimi. Questo vaniloquio consente ai più duri e grifagni di consolidare un potere regressivo e rattrappito o di ribadire antiche costumanze egoistiche e autoreferenziali. Ieri il Papa ha detto delle cose giuste riguardo questo autoripiegamento, smascherandone la vanità e l'inutilità, tranne che per chi lo sollecita. Certi peana miserabili sono un invito all'asocialità più spinta a beneficio di un servaggio sicuro. L'Italia ripiega verso un assetto istituzionale in contrasto con la Costituzione, che è stata e sarà stravolta a fini personali ( non saranno quelli di Berlusconi, ma quelli di Renzi, il patto del Nazareno serviva a coagularne gli interessi )perché non si è voluto o saputo adattarla alle mutate configurazioni politiche o perchè il corpo elettorale si è rinchiuso nei suoi particolari interessi, prima di estraniarsi nell'astensionismo. Il precedente modello sociale non è riesumabile, era fatto di clientelismi e sprechi, ma la politica economica Keynesiana resta l'unica in grado di non emarginare ampie fasce di popolazione intermedia; per questo, l'Europa monetaria per noi non va bene, se per noi intendiamo tutti gli interessi in gioco. Ma non è così. Di anno in anno, di momento in momento, il giogo si stringe sulle provate spalle dei soliti quattro gatti, mentre lo Stato ha bisogno, a sua volta, di percepire una maggiore e più prolungata contribuzione dai cittadini e dalle imprese e i servizi si stemperano al ribasso nell'ordinarietà. Le prese in giro si fanno sempre più sfacciate e ripetute perché si è sciolto qualsiasi vincolo e la solidarietà si esercita, ai livelli minimi, solo fra i poveracci.

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