martedì 3 marzo 2015

L'ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù.

La virtù deve essere come la reputazione delle donne: una convenzione. Il presidente della Camera di commercio di Palermo ha una bella faccia da "buon padre di famiglia" e probabilmente lo è, paladino della giustiza ed educatore all'ipocrisia. Quest'uomo anziano e iconografico è l'emblema della riposta concezione circa i retti costumi pubblici e privati: "se vuoi guadagnare e, per farlo, hai ricorso a me in sede di concorso e di concessione, devi arricchire anche me, se non vuoi che ti preferisca un altro, più consapevole della natura del propellente degli affari. Noi, uomini delle "concessioni", non abbiamo meno appetiti dei sensali e vogliamo la nostra parte, parassitariamente sul loro lavoro e, soprattutto, su quello dei loro lavoranti. Ai figli insegnamo, fin da quando sono piccoli, l'omaggio ostentato agli incontestabili principi e l'atteggiamento confacente alla loro condizione di figli di un ladro, certi che, crescendo, sapranno discernere la verità dalla finzione ed impareranno a recitare nei confronti dei poveri di spirito e, di concerto, con chi se ne intende, sempre restando dalla parte della morale ufficiale, almeno fino a che qualche imopportuno non ci disveli anche ai più fiduciosi.

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