sabato 28 marzo 2015

Dolore.

Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati prosciolti. Meredith Kercher è stata cassata. I due bravi ragazzi dominanti possono accantonare il loro incidente di percorso e vivere - come già facevano - affrancati dalla possibilità di una condanna. Resta solo l'incognita di Rudy Guede, l'ivoriano, l'unico ad essere stato condannato per concorso (?) in omicidio. I due rampolli di buona famiglia l'hanno sfangata, dopo aver tentato la via della raccomandazione ( l'italiano) e la rapida fuga in patria ( dove l'avrebbero giustiziata in circostanze analoghe ) della sua slavata complice. E' un'abiezione, tranne che sul piano dei formalismi giuridici che, con logica inversa, avrebbero potuto essere applicati contro i due assassini. In questa vicenda inqualificabile solo due sono stati gli indiziati, entrambi di colore e solo uno è stato ritenuto inequivocabilmente colpevole, perché aveva fatto la cacca, lasciandone i residui, nel water della studentessa inglese, i cui genitori potranno ora meditare sulla troppo frettolosa fiducia che avevano espresso nei confronti della giustizia italiana, che si è invece dimostrata, ancora una volta, nella sua espresione dottrinaria e procedurale, bizantina e borbonica, del tutto avulsa dalla realtà. I due assassini indifferenti erano stati ritenuti colpevoli in Corte d'Assise, poi il processo era stato rivisto ed erano usciti. Subito a casa la Knox, da dove non sarebbe comunque ritornata, per l'irriducibilità degli Stati Uniti a far giudicare da altre giurisdizioni i propri cittadini e per l'importanza che riveste l'appartenenza specifica e legale a questo o a quell'altro Stato dell'Unione, fermato sul confine svizzero Sollecito, ma non imputato di nulla dato che si trovava ancora, sia pur per pochi metri, sul territorio nazionale. Sarebbero stati probabilmente condannati se non si fosse prescelto un altro ed unico colpevole del tragico terzetto che spense una vita all'alba, con la ferocia di un animale predatore e, in più, con la cattiveria immolatoria di una retro cultura del sacrificio ritual-sessuale. La giustizia è stata abiurata sull'altare della "scientificità" dei rituali, della competenza formale dei suoi officianti ai diversi livelli del giudizio, dell'estraneità innaturale degli esegeti ed esteti delle pandette. Alla luce macabra di quanto è avvenuto, riponiamo ogni residua fiducia nella giustizia, almeno in quella cerimoniale e sterile di questo Paese di plastica.

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