domenica 8 marzo 2015

L'apparenza che non riesce più a nascondere.

Le tracce giudiziarie dell'omicidio Nemtsov portano, come per la Politkovskaja, in Cecenia. Sempre da quel crogiolo di nefandezze e da quel regime fantoccio vengono i capri espiatori della violenza politica russa. Sono reduci dalla Cecenia i combattenti filo-russi nell'est Ucraina, orbata della Crimea, sono Ceceni gli arrestati e il suicida in quest'ultima vicenda. In queste ipotesi ufficiali si mischiano il lavorio del servizi segreti, i gruppi organizzati dell'estremismo islamico, in un msaico che solo uno 007 può, forse, decifrare. Nemtsov, il liberale, non sarebbe stato un sostenitore dell'Islam ceceno, ma, ancor meno, lo è stato Putin, che ha represso con il pugno di ferro e l'istituzione di un governo fantoccio, l'aspirazione della regione e dell'islamismo internazionale di impadronirsi dell'ex Stato sovietico. E' indubbio che Putin sta conducendo una politica e una guerra sotterranea da grande potenza territoriale, per accreditaspi come interlocutore imprescindibile in un mondo tripolare: Stati Uniti-Europa occidentale al guinzaglio, Cina e Russia, nel quale esercitare un ruolo influente sulle fratture finanziarie dell'occidente, di concerto con il totalitarismo finanziaro della Cina, istituzionalmente comunista. Il mosaico politico ed ideologico è definitivamente - almeno per ora - superato, ma la violenza spiccola e quotidiana, i copli bassi ed ininterpretabili, si faranno sempre più frequenti.

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