domenica 29 marzo 2015

La strategia del renzismo.

La politica spenta sfila, manifesta. I Capi di Stato e di Governo vanno in gita. Oggi erano a Tunisi a manifestare contro il terrorismo, poco fa erano a Parigi a camminare, fieri avversari in patria o ai confini, contro chi non riconosce la libertà d'espressione. Insieme, destra e sinistra. Eppure, le formazioni politiche non contano più nulla, sono nude ed inermi sul proscenio pubblico e si coprono di e con rituali inconcludenti. Landini fonda un altro movimento per impossessarsi della CGIL, non in alternativa ad essa; ammette almeno di ricominciare daccapo, dopo che tutto quanto accumulato ed accantonato è stato tolto agli ex lavoratori, oggi di nuovo proletariato. Casa Pound sfila a sua volta a Roma, nonostante la Costituzione vieti la ricostituzione, in qualsiasi forma, del partito fascista. Non si sarebbe neppure ricostituita se la Costituzione fosse ancora vigente e non storpiata, resa lacunosa dalle asportazioni di sue componenti vitali, negletta. Non sarebbe avvenuto se le particolaristiche mene di apparati di cooptati non si fossero sedimentate nelle nomine parlamentari e nell'eversione antisindacale e, per corollario, antidemocratica, delle classi possidenti e la sinistra assisa sulle sue seggioline destabilizzate non si fosse proposta di resistere per restaurarsi. Landini fonda un altro movimento, ma non si separa dalla CGIL, che, quindi, non è originale. Vi convergono, come sempre in questo pagliaccesco, ma talvolta tragico Paese, cattolici di sinistra ( don Ciotti al posto di don Sturzo ), richiami a nobili e caduche esperienze a valori inversi ( Libertà e Giustizia ) di laicissime formazioni che non possono attecchire, senza travisamenti, sull'humus nazionale, rifondatori sul nulla del comunismo che, per almeno due generazioni, è agli atti. Su di uno sfondo che inibisce una violenza latente e insensata, perché non produttrice che di autogiustificazioni incrociate, destra e sinistra inani, si danno paradossalmente "il cinque".

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