domenica 20 ottobre 2013

Da diverse prospettive.

Hanno dormito, accampati in Piazzale di Porta Pia, a Roma, gli "indignati", reduci dalla manifestazione di ieri, della quale gli incidenti sono stati intensi, ma circoscritti. Come in una sentita partita di pallone, ha detto qualcuno. Si sono accampati, gli "indignati", sotto il monumento al bersagliere della celebre breccia che segnò la fine del potere temporale ( in forme dirette ) dei Papi e dicono di volerci rimanere ad altranza, a testimonianza della loro "oltranzista" precarietà. Come a piazza Taksim, a Istanbul? Là si combattè contro la strisciante islamizzazione della Turchia e, nel contempo, contro l'incentivazione commerciale, antiecologica. La tendopoli occupa il piazzale. Basteranno le piogge a scioglierla o, come a Istanbul, passeranno all'azione i birri che ne pattugliano il perimetro? La crisi, per loro, non passerà più; tanto vale che, rivendicato un diritto all'abitazione che non gli sarà riconosciuto ( tranne che a qualcuno, sottotraccia, l'hunderground che conferma il potere )si sistemino solidalmente in un quartierino di tende, in una tendopoli filosofica. Filosofia snobbata, ma perniciosa se coerentemente applicata e dibattuta. Si apre, per un po', un pubblico dibattimento, una riunione assembleare a cielo aperto, un forum cittadino, particolare di una realtà ormai mondiale. Occupy Porta Pia, stavolta da parte dei popoli e non degli eserciti.

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