lunedì 8 aprile 2013

Insignificanze.

Prima che l'insignificanza del corpo politico venga ricoperta dal sudario delle "larghe intese", versione rianimata trasformisticamente del "compromesso storico", che costò la vita al suo ideatore, Aldo Moro, è opportuno fare mente locale circa l'assoluta inconsistenza, direi ormai mancanza di realtà dei 945 parlamentari italiani. Al di là del vocio, un sottofondo di cui nessuno si cura, il Parlamento nazionale e lo stesso Governo, tenuto in vita con accanimento, mostrano la loro assoluta superfluità, tranne che per ratificare le ingiunzioni della U.E, del F.M.I. e della B.C.E. La democrazia, tanto invocata se e quando fa comodo agli interessi finanziari o geo-strategici, viene messa in naftalina, negata anche con mezzi violenti, all'occorrenza, quando vi contrasta e gli stessi uomini, le stesse donne ( dove sono le differenze di genere? Consistono in qualche cosa di positivo? )si mettono in favore di vento e, pur di restare al loro posto inutile ma privilegiato, fanno gli gnorri e continuano a sostenere che ancora sussista, anche se ormai, in numero esorbitante, non fanno che tradurre e prendere atto di quanto congiura alla decadenza di un popolo - il loro - senza battere ciglio al proposito. Il processo, in Italia, ha subito solo un'accelerazione, rispetto al lento e sistematico dissolvimento di decenni di conquiste sociali, alcune realizzatesi autoritariamente anche in periodo fascista e a lungo reiterate nel dopo guerra, fra sprechi, clientelismi, ma anche attraverso la fattiva creazione di numerosi posti di lavoro. I sindacati "supplenti", durante i due Governi di centro-sinistra, hanno affiancato e coperto il camaleontismo di tutti i partiti politici, in gran parte trasformatisi in movimenti...simili a quelli del cavalier che credeva di essere in battaglia ed era morto.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti