giovedì 4 aprile 2013

Gesuitismi.

Come avvertito e sospettato fin dalla sogghignante apparizione in bianco al balcone della navata centrale di San Pietro, Francesco Zero è un tanghéro, estroverso latino-americano, incline al bacia-piede plebeo ( è anche una perversione feticistica, praticata nei clubs privées da uomini altrimenti eminenti ). Bergoglio guata sornione e muy macho - per quel che l'età può consentire - le pecorine del suo gregge, le pasce simbolicamente, ma guarda al potere come si conviene al suo ordine, dal quale trae mentalità e ispirazione. Sta probabilmente per rilanciare il dialogo interreligioso con i musulmani, per scaricare il regime dittatoriale laico siriano, l'altro partito Baath dopo quello iracheno, che a Benedetto XVI ispirava ancora sentimenti di corridoi "umanitari" come quelli che nel dopo guerra favorirono la fuga in Argentina - prevalentemente - di tanti criminali nazisti. Anche quelli furono, indiscutibilmente, corridoi vaticani. Ecco il Papa tanghéro aprire ai regimi teocratici islamici e baciare i pedi ad una povera sopravvissuta serba, che forse trova paradisiaca anche la sua esperienza carceraria dopo aver vissuto da bambina o semplicemente sentito narrare delle vicissitudini dei suoi correligionari, sperduti in terra serba e ortodossa, per di più. Nei confronti della prima Chiesa scismatica cristiana - quella ortodossa - che invece verso i musulmani ha nutrito propositi di sterminio, almeno nelle proprie aree di presenza o di influenza, il dialogo che aveva tentato Benedetto XVI, si farà ancora più accidentato e anche questa scelta, ancora in embrione, sembra suggerire un allineamento alla politica statunitense, fomentatrice delle primavere arabe e delle loro successive involuzioni, sotto la parvenza di una democrazia che, con la religione deterministica non può avere nulla da spartire. Pare che voglia farlo secondo il modello gesuitico: aree linguistiche omogenee e pochi coordinatori a Roma. Potrebbe tranquillamente essere - anzi, secondo me, è - un normale presidio di mercato aziendale. In questo modo l'ordine e il modello gesuitico diventano egemoni nel governo della Chiesa, con la quale si sono storicamente scontrati. Il neo Papa sembra prendere atto, in questi termini, del nuovo assetto in via di configurazione e sembra modularsi su di esso, scegliendo di stare al fianco dell'Occidente già crociato, dando mostra di negarne la continuità ideologica e storica e chiedendo implicitamente ai regimi teocratici stemperati di fargli posto nel proselitismo e nell'affiliazione e ai nord americani di frenare un po' lo sviluppo delle Chiese protestanti nel continente latino. E' poco probabile che avvenga perché le Chiese riformate nord americane si basano su di un modello di autosostentamento e di espansione del tutto speculare a quello delle multinazionali e i proselitisti sono remunerati in rapporto al numero di devoti che amminstrano. Fanno così, anche in Italia, i Testimoni di Geova, spesso marito e moglie, con un tenore di vita molto superiore ai loro redditi da lavoro e tenuta regimental-missionaria. Per il gregge, i gesti un po' grossolani e certamente teatrali della sua semplicità, della sua pietà, ad esser generosi poco impegnativa, verso gli sfortunati ed i poveri, che però, per far da comparse alla recita, è previsto che rimangano sempre tali, anzi che ne aumenti a diverse latitudini, il numero. La Chiesa tanghéra partecipa, come fece fin dalle prime evenagelizzazioni nel nuovo mondo ( nuovo, ovviamente, per loro e i conquistadores )al propagarsi della crisi e si ristruttura secondo i canoni del neo capitalismo originario, come il peccato di cui promette la redenzione. Poco m'importa se questo francescano, simile ai frati delle novelle del Boccaccio, sia stato complice o meno della dittatura militare argentina, anche perché, gesuiticamente, ha forse potuto appoggiarla senza parere e estraniarsene senza compromettersi, ma purtroppo, il carattere non esclusivo ma prevalente ai vertici della Chiesa, di un fascismo corporativo, rimodernamento - si fa per dire - del feudalesimo fondiario su cui si è basato il potere e la ricchezza della Chiesa prima della rivoluzione industriale, condannata nel Sillabo, con questo Papa peronista si accentua, senza per questo essere originale. Partecipavo oggi a un seminario sulla crisi del credito e nell'osservare l'incremento/perdita di redditività delle principali banche nazionali e internazionali ho pensato, fra l'altro, che il ridimensionamento della Banca Carige, fosse dovuto ai 50.000.000 di euro in risarcimenti assicurativi alle chiese italiane lesionate dall'ultimo terremoto, dato che la Cassa di Risparmio genovese SpA è assicuratrice di buona parte delle diocesi settentrionali e che recupererà quell'esborso con la riassicurazione obbligatoria di tutte le diocesi italiane, voluta dal Presidente della Conferenza episcopale italiana, Cardinale Bagnasco, belìn anche lui e di casa in Cassa. Le scuole private della diocesi di Bologna chiuderanno la loro attività con il completamento dei cicli di studio in corso. Non accettano più nuove iscrizioni. Ne sopravviveranno tre, emanazioni dell'Opus Dei e di C.L. Sugli asili si sta consumando la battaglia sul finanziamento o meno degli istituti privati. La Costituzione mi pare chiara. Ma, a prescindere da questo, questi progetti riduttivi a cui seguiranno accorpamenti di parrocchie rette da sacerdoti immigrati, va nel senso del taglio dei servizi, della redditività della raccolta, del minor servizio ai "fedeli", come in ogni altra umana intrapresa, mentre le Curie arcivescovili restano zeppe di soldi, per ora inutilizzati. Gesuitismi, appunto.

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