giovedì 25 aprile 2013

Il governissimo parallelo dei sindacati.

Il Governo istantaneo ritarda e consente alle spellacchiate volpi del sindacalismo nostrano di riproporsi, come vecchie baldracche, unitariamente. Persino Maurizio Landini ha palesato la doppiezza e la strumentalità delle sue battaglie per la democrazia in FIAT e per le ex maestranze di Pomigliano D'Arco: non appena è stato chiaro che si sarebbe ricostituito un Fascio - il fascismo, prima maniera, si presentò così - sociale, politico ed economico, un'altra triade nominalistica come quelle cinesi e CGIL, CISL e UIL di rivendicativa memoria, cone d'incanto e senza fornire spiegazioni - proprio nessuna, ne plausibile, né implausibile - eccoli di nuovo tutti insieme, all'insegna del nodo gordiano che, improvvisamente si è sciolto, dell'insindacalità, cioè della non contestabilità dei patti con le aziende, prima ancora che con la Confindustria che queste ultime hanno abbandonato, dei patti sottoscritti a maggioranza delle sigle e non dei rappresentati. Vedrete che, per la durata del prossimo governo di salvezza nazionale, sottoscriveranno tutto e diverranno intolleranti verso chi proverà a far valere le situazioni e le condizioni reali, che andranno invece, secondo slogan, sacrificate. Qualche fugace incursione di bottega si avrà, in questo o quel settore, ma guai a crederci: dopo l'intemerata d'obbligo, torneranno tutti nei ranghi paraistituzionali. Intanto, la sinistra revanchista si riorganizza. da chi sarà composta? Da baldi giovani di capacità analitiche e di energica determinazione, come lo stesso Maurizio landini, fresco di tradimento con tutta la FIOM che ha aderito come se niente fudesse al patto d'insindacalità di cui sopra, Paolo Ferrero, Segretario di se stesso, dopo che Rifondazione comunista divenne un movimento extraparlamentare, per volontà elettiva, un Tale Barca - omen nomen - traghettatore di non si sa bene quali tecnicalità nel mondo de ivecchi neofiti della sinistra. Costui è il ministro tecnico uscente della coesione territoriale e si è iscritto al PD recentemente, per poi contestarne le scelte pubblicamente, fino alla recente vicenda dei mancati voti a Stefano Rodotà: Dulcis in fundo, Sergio Cofferati, già esodato dal partito e dalla CGIL a Sindaco di Bologna e, successivamente, a parlamentare europeo. Una riedizione di modernariato che attesta l'apparteneza e il potere, saldamente nelle mani dei vecchi possessori, fino alla loro estinzione fisica. E dei nuovi non si intravedono le eventuali qualità, ma solo le inveterate malizie succhiate con il latte e poi tramandate domesticamente.

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