domenica 28 aprile 2013

Favole e parabole.

La vita economica ha come premessa e condizione il cosmopolitismo, mentre la vita statale ha conosciuto sviluppo e consolidamento nel senso del nazionalismo. Sono queste le due caratteristiche dei sistemi in contrasto fra di loro, all'interno dei quali qualcuno gioca sul tavolo e sul tavolino, a due livelli di gratificazione. Le crisi, a cui l'arroccamento meschino e provinciale, di setta o di loggia, cerca di sfuggire mentre partecipa con risorse non strategiche per sé, ai circuiti superiori, consistono nell'intensificazione quantitativa di elementi, né nuovi, né originali, allorquando l'aumento esponenziale dei fenomeni scompagina l'equilibrio degli elementi che si immunizzavano, equilibrandosi. Insomma, il capitalismo è una continua crisi, un subitaneo e rapidissimo movimento che disequilibra economie e società. Alcuni elementi, durante l'accelerazione cinetica , sopravanzano gli altri e li rendono inetti, nel quadro generale. Fatta questa premessa, ci si può inoltrare nel dettaglio specifico della materia: monetario, finanziario, produttivo, del commercio interno e di quello internazionale. Ogni merce viene scambiata con altre merci - siano esse anche il lavoro e il denaro - compresa la merce-servizio e, in questo contesto, è evidente l'importanza del credito, del fatto, cioè, per cui una massa di merci o servizi fondamentali, che indicano un completo ciclo commerciale, producono dei titoli di scambio e che tali titoli dovrebbero mantenersi in equilibrio in ogni momento di pari potere di scambio, pena l'arresto degli scambi medesimi. Le merci si scambiano con le merci, astrattamente, perché gli attori degli scambi sono vari, diversi. Perciò, se è necessario che la moneta deputata agli scambi sia stabile, lo è ancora di più se e quando la moneta è artificialmente rappresentante di un paniere di Stati, per quest'aspetto fondamentale non più sovrani. Quando la moneta di una comunità fra Stati è soggetta a variazioni in rapporto alle finanze disomogenee dei membri, si verifica una "nuova" stratificazione di classi in ciascuno dei paesi coinvolti, ma, soprattutto, si verifica una nuova gerarchia fra gli Stati membri. Quali sono le cause delle variazioni domestiche? Un eccesso di spesa statale in rapporto all'esiguità delle entrate perché non si vogliono far pagare gli oneri a certe classi sociali e, in funzione di questo, si contrae con le medesime un pactum sceleris, basato sullo scambio di alti interessi per la sottoscrizione di bond pubblici con parte dei soldi evasi, aumentando geometricamnete l'indebitamento che viene scaricato indirettamente sulle classi subalterne beneficiarie ma pagatrici e, se e fino a quando ci si riesce, su Paesi stranieri. In ogni caso, il disordine monetario è l'effetto dell'opposizione dei gruppi sociali. L'autoritarismo ne è la conciliazione coatta e squilibrata. Quando un Paese viene sottomesso o invaso da un altro Paese, le cause sono sempre da ricercarsi nell'antagonismo dei gruppi sociali, che nei paesi cattolici o altrimenti ideologicamente pregni e autoritari, sono sempre attribuiti, come colpa, ai poveri che si ribellano. Invece, la storia di ciascuno Stato è la storia, nel bene e nel male, delle sue classi dirigenti, così come, internazionalmente, ma anche all'interno delle comunità fra Stati, la storia è storia degli Stati egemoni. Se c'è un enigma. non si tratta di cose inconoscibili, ma semplicemente sconosciute, per occultamento o distruzione di documenti. e se a tutto ciò si aggiunge che non si vogliono ammettere responsabilità o l'ignoranza dei comportamenti positivi che si sarebbero dovuti tenere e le ragioni per cui si operò all'incontrario, bisogna smettere di attingere elementi dalle dichiarazioni ufficiali. Ma quello che si comprende, male e parzialmente, diventa modello di acquisizione e lascia a coloro che non erediteranno mai la terra, di opporvisi. E' il cammino che abbiamo intrapreso e che ci porterà ad un mutamento antropologico.

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