giovedì 6 settembre 2012

Mario Draghi, il cunctator, che, come Quinto Fabio Massimo, temporeggiando salvò l'Impero. Forse.

Facendo valere le teste e non il peso specifico, Mario Draghi ha esercitato il suo potere statutario e si è proposto acquisti non prequantificati di titoli pubblici di Paesi già pesantemente indebitati, accorciando, per questa via, la forbice dello spread fra l'equilibrio di bilancio, già raggiunto dalla Germania, e la pesante esposizione di quasi tutti gli altri. Solo la Francia che è al 50% del risultato teutonico è l'entità messa meglio, il che è tutto dire. Draghi ha forzato il dato finanziario secondo una logica politica che dovrebbe mirare a procrastinare e, quindi, a rendere sopportabile, il piano di rientro dei Paesi mediterranei, corrotti dal clientelismo. L'Irlanda è un caso a sé che sconta la divisione con l'Ulster e una tradizione, mai effettivamente rimossa, di povertà vera, quella povertà che provocò carestie e morti per inedia di percentuali altissime di quella popolazione. Nel parco nazionale di Dublino, che si estende in realtà per due terzi dell'intera isola, il Palazzo presidenziale ha sempre una stanza illuminata, un cerino istituzionale ai connazionali morti di fame, sul serio. Torna ad imporsi, ma sul piano strettamente statutario e politico, l'ipotesi di spalmare le criticità orizzontalmente, pur coinvolgendo pesantemente l'economia che ne era stata esente e che ne era stata esente perchè, proprio sul piano nazionale, aveva operato per non trovarsi nella stessa condizione dei partners che ora si trova a sostentare in parte, con una crescente opposizione dell'opinione pubblica elettrice e delle sue istituzioni bancarie. Gli scettici sostengono che, ora, l'impegno risanatore dei conti sarà abbandonato e sarà artatamente riesumato quando la crisi tornerà a farsi impellente. Il fatto stesso che, in contraddizione con le dichiarazioni ottimistiche, si sia dovuti ricorrere al potere di un Governatore italiano per cercare di condizionare la volontà minoritaria ma determinante del nord Europa, certifica che, senza ingredienti di droga per il mercato, l'euro sarebbe franato proprio a Settembre, in base a tutti gli indicatori economici, ora prospetticamente mutati, ma solo in virtù di un pronto soccorso trasfusionale. In sede politica, anche la Merkel ha fatto, durante questa ultima settimana, almeno due giravolte, senza però chiudere la porta ad una riappropriazione del rigore, se i fatti e l'azione delle quinte colonne d'opposizione, dovessero riuscire ad ostacolare il progetto mediatorio dell'italico banchiere. In questo momento, l'Europa ci assomiglia un po' di più, ma è meno riconoscibile per il signor Franz. Se poi, Mario Monti ci facesse sapere che cosa ha concordato o non con i Finlandesi, circa la messa in pegno dei nostri monumenti storici o di quant'altro, anche più banale, ma di proprietà nazionale, credo che farebbe soltanto il suo dovere.

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