venerdì 28 settembre 2012

Scioperi vandeani.

Anche la Vandea è in subbuglio. Che le sarà venuto in mente? Trasporre in pratica il diritto alla salute ed alla vita, dopo trent'anni di statistiche triple circa le morti per cancro da inquinamento che falciano indiscriminatamente i cittadini di Taranto e, soprattutto, impedire che i cinici e criminali profittatori, possano sfuggire alla messa a norma della fabbrica, dopo tanti guadagni... Lo sciopero vede contrapposti i due sindacati filo-padronali e la CGIL. Gli insorti hanno bloccato strade e allestito barricate, al grido di "pane e tumori! per noi e per i nostri figli!" "Viva Riva e la sua Famiglia, viva l'ILVA! ( implicito ). "Viva il commissario prefettizio - quello che dopo essersi pensionato, ne ha assunto la Presidenza, senza intaccare di un unghia gli interessi della proprietà -. La sentenza del Tribunale ha sancito un principio elementare, non negoziabile e lo ha ribadito. Lo sciopero di Taranto che durerà due giorni consecutivi, che bloccherà ogni altra attività perché l'azienda fumighi indisturbata, è troppo simile ai moti dei "boia chi molla!" di Ciccio Franco, a Reggio Calabria, per avere una natura di fondo diversa, per non rispondere a interessi - a prescindere - sedimentati localmente e particolaristicamente difesi, rivendicati. Le modalità della sollevazione reazionaria, l'identità labile e l'identificazione folle, ricordano anche i blocchi stradali e dei traghetti che mantenne - per breve tempo, senza salvarli dal fallimento - in serie "A", taluni club calcistici siciliani, calabresi e pugliesi, implicati in corruzione sportiva, anche istituzionale, e mancanti dei requisiti finanziari per militare nel campionato maggiore. Se a Reggio Calabria fu schierato l'esercito, ma poi non si dette luogo a nessun approfondito accertamento di responsabilita, tanto che Ciccio Franco è stato deputato, almeno per una legislatura, dell'M.S.I., nulla si fece contro le pretese calcistiche, in favore delle quali, mentre furoreggiavano i blocchi, si schierò tutta la deputazione locale, di governo e di opposizione, e, per ora, nonostante la Cancellieri minacci spesso gli operai che "una nuova stagione di sovversione, non sarà tollerata", nello specifico, la polizia lascia fare. Solo qualche screzio, qualche scaramuccia, mentre la città - per poco, sembra che pensino, e senza turbare l'ordine sottostante, quello sostanzialmente costituito - è in mano a insorti privati ..o dei privati. Leggo che gli amministratori locali sono troppo impegnati a negoziarsi i posti che residueranno dalle fondende Province di Taranto e Brindisi. Speriamo che a qualche "trombato" non venga in mente di vendicarsi con bombole di gas. L'Arcivescovado, dopo aver impetrato "il dialogo", per ora tace. Nonostante le troppe parole che, quotidianamente, vorrebbero accreditare un "unum sentire" nazionale, l'Italia continua a rappresentarsi per quello che, in realtà, continua ad essere. Anche per questo, brava alla severa e "nubile", si è detto, giudice tarantina.

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