mercoledì 12 settembre 2012

Lo scontro fra la percezione che le civiltà hanno di sé e lo scontro fra i concreti interessi.

Riprende la guerra a distanza e con metodi non convenzionali, fra gli Stati Uniti, il grande Satana, e i miliziaiani dell'Islam combattente. Gli islamisti - più che gli islamici - non sono gli unici a rifarsi a terminologie guerresche in nome della religione. Anche nel mondo cristiano e cattolico, in particolare, non mancano i riferimenti bellici: i legionari di Cristo, gli angeli con le spade fiammeggianti, gli ordini monacali militari ( i templari ), i militi, le milizie cristiane a guardia dei confini del gregge, talvolta impegnati nelle riconquiste o nelle nuove evangelizzazioni, quando, all'epoca del colonialismo, si demandava agli eserciti cristiani la conquista e ai missionari l'evangelizzazione. Anche le Chiese nazionali protestanti hanno accompagnato l'espansione degli Stati di riferimento, ma sono rimaste, in gran parte, associazioni di diplomatici e coloni residenti o dei loro fiduciari, politici, economici ed istituzionali reclutati in loco e non si sono mai impegnate nell'apostolato massivo che le avrebbe poste in concorrenza con il potere statale, al quale si erano subordinate, in cambio del distacco dal potere centralistico romano, trasfigurazione ideologica del laico Impero romano e del successivo Sacro Romano Impero. Tutte le religioni hanno principi pacifisti, ma, nel corpo stesso della dottrina, prevedono, senza curarsi della contraddizione, spiccati principi che giustificano e incoraggiano la violenza, volta, ovviamente, a superiori fini benefici. Quando qualcuno non si vuol far convincere con le buone o quando gli interessi preesistenti non inclinano a farsi assimilare e fagocitare dai nuovi... In un certo senso, dunque, l'humus spirituale è il collante e il motivatore delle salmerie in campo, ma non la vera causa, bensì lo strumento diffuso di contese più mirate e specifiche. Per quanto attiene alla Libia e anche all'Iraq, la rimozione violenta dei dittatori laici che tenevano alle porte i movimenti armati come quelli di pensiero, ha aperto loro le porte ed importato i metodi terroristici nella vita di quelle nazioni. Prima, per così dire, il terrorismo era di Stato. L'indeterminatezza ideologica della Shaaria non è il nemico, o meglio è il nemico, inteso come esercito potenziale, composto, dovunque, dai credenti, ma le entità politiche e di potere che si contendono materie prime e influenze interetniche e familiari sono altre e non sempre sono pubbliche. I servizi diplomatici e di intelligence, invece, le conoscono. Aspettiamo le contromosse americane, certi che saranno anch'esse sanguinose.

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