domenica 9 settembre 2012

Report.

Da quando mi hanno bannato dai Forum, cogliendo a pretesto l'emotività immotivata di qualche sfortunato, ma non risparmiato collega ( da chi si è erto a paladino dei suoi sentimenti, non da me che avrei voluto che gli fosse stata riservata un po' di più di considerazione concreta ) non leggo più il portale di propaganda aziendale. Ogni tanto, però, fra una schermata e l'altra, mi capita di rivedere i titoli e di rimembrare i contenuti, sempre ripetitivi, perché si imprimano bene nel primo strato della corteccia cerebrale, quella sotto la quale pochissimi si sforzano di scendere, perché vi trovano la consolazione dei luoghi comuni, che, proprio perché tali, "devono" essere veri a apportatori di gioia condivisa, o meglio, dispersa solidalmente nella socievolezza. Mentre ripercorro, con la memoria, i gloriosi scenari del nostro merito e dei nostri conseguenti successi e mi compiaccio di avere uniformato la mia condizione retributiva a quella "normalizzata" del dominicale sistema, parallelamente, il pensiero si biforca in tutt'altra sciarada. L'autocertificazione annuale di gravidanza che dovrebbe evitare scuotimenti e vibrazioni inutili dopo quelli necessari all'evento e che invece porterà le gravide colleghe a trasportare pesi, cartoni e a prodigarsi con la caviglie gonfie nella loro sofferta maternità - come da tante testimonianze riferitomi - è ricomparsa fra la precettistica. Chissà se, confidenzialmente, è anticipata ai convulsi - per la scarsità di tempo - tentativi infertili, prima che la scintilla della vita si accenda e la produttività ne risenta? Intravedo, su un angolo, un container e la formuletta che tanto disdoro ha procurato allo scrivente, prima a Casalecchio e, adesso, forse, in tutt'Italia, mentre, in medio, dove stat virtus, campeggia la Relazione semestrale alla comunità finanziaria di Adolfo, il nostro D.G. Non lo so, perché non l'ho letta, né ascoltata, ma la nostra tradizione mi conforta e il cuore me lo dice: quest'ultima semestrale è ancora più esplosiva di tutte quelle altre, pur pirotecniche, che l'hanno preceduta. In che senso, ognun valuti da sé. Probabilmente, la relazione di Adolfo deve essere un rito, un officio, al quale, convenzionalmente, non ci si può sottrarre, pena l'ostracismo ambientale. Deve, però, costituire un esercizio di fortezza e di pazienza, di simulazione compiaciuta. Nelle relazioni - tranne che nel nostro caso, ovviamente - tutto viene stemperato, giustificato, spiegato, alla luce di criteri tanto oggettivi da risultare falsi; molto più istruttivi risultano essere i dati rassegnati agli azionisti o ai loro rappresentanti, in sede di bilancio. Ribadisco, non l'ho letta, ma provo a immaginarne almeno uno stralcio, quello che ci riguarda come lavoratori: " I costi relativi al personale registrano un'accentuata contrazione, frutto di sofisticate interpretazioni anti premiali, alle sostituzioni all'impronta di ogni caduto sul fronte del lavoro e al minor spreco di energia elettrica per l'illuminazione degli ambienti, stante la lunghezza estiva del dì. La proattività metrica e chilometrica ha inciso efficacemente sui risultati, il costo dei carburanti da rimborsare è rimasto invece legato a quello corrisposto all'epoca del boom economico degli anni '60, al quale siamo sentimentalmente legati. Bassi costi, nessun diritto del Quarto stato, ricchezza ben assegnata, costumenze congrue a conservarcela, correlati precetti per le rozze maestranze. L'attività di raccolta, nostra quasi esclusiva propensione, si è consolidata attraverso forme di immobilizzazione che sono giunte ad associare, in qualità di donatori, alcuni clienti e quasi tutto il personale che hanno sottoscritto, in solido, le nostre obbligazioni. Ci siamo, cioè, costituiti, costituendoli, in pegno. Come dice? No, non faccia illazioni prevenute. Lo abbiamo fatto per far combaciare gli ingranaggi della nostra meccanica perfetta, per legarci in un fascio - direi - di comuni valori e di comuni interessi. Perché insiste? Ma le pare che noi, noi, siamo un po'a secco di liquidità e di patrimonio? Vogliamo, invece, espanderci, comperare, lucrare sulle spoglie di dismittendi rami di altre aziende, in area e con ideologie ostili ( Monte Paschi ). Insomma, Signori, in ottica conservativa - perché noi siamo conservatori di valori economici e dei loro corollari ideologici e morali - ce la caviamo, anche se la confusione inconcludente della democrazia capitalistica, alla quale noi ci opponiamo strenuamente dai nostri fortilizi, ci induce ad una frenetica attività di rattoppo, fino ad ora ben tessuta dai nostri onnipresenti manifattori. A loro, lavoratori del braccio, della mente e della gamba, propiniamo ogni giorno dosi omeopatiche di rassicuranti proclami e di incentivanti peana, che suonano, contemporaneamente, come incitamenti e come ammonizioni a non abbandonare la via della riproduzione di valutativi valori, mano a mano che si svalutano, per assicurarci l'immutabilità del nostro privilegiato status e del loro, succedaneo e privo di qualsiasi prospettiva di mobilità che non sia territoriale. Così tutti potremo essre felici, in beatitudine. Felix qui potuit rerum cognoscere causas. Ehm ehm, grazie per il contributo in latino, Collega dai tre cognomi". Questa è, come si suol dire, la verità della Fede. Invece, spero contingentemente. a me sembra che stiamo combattendo con le nostre ultime risorse e, nonostante questo, la propaganda di regime non attenua i suoi toni. Forse prorpio per questo. Basta che qualcuno si ammali - di solito lo fa sul lavoro per non dar adito a sospetti - perché il cassiere sostituto abbandoni il suo avamposto, prenda il treno o l'automobile e si porti sull'abbandonata trincea, anche se situata in altro Comune, a volte, anche in altra Regione. Di solito, queste forzature anticipano gli ultimi giorni di Pompei. Anche l'emissione di obbligazioni proprie non è un buon sintomo. Il Generale che cura la logistica è sempre collegato in tempo reale, anche quando è in ferie. Sul suo computer, una cliccata e ottiene la videata del fronte; un altro clic, seguito da una telefonata e uno sbandato/a prende i suoi vettovagliamenti e parte per la trincea deserta. La redditività di Adolfo e dei suoi 138 azionisti è sempre più minacciata: dev'essre questa l'alea del datore di lavoro, in balia della morbilità dei suoi strumenti, che, non più o non ancora sostituibili su due piedi, lo costringono a far occupare le basi del diamante aziendale ai suoi corridori territoriali. Al lucro cessante si sostituisce almeno il piacere sadico di rimirarli sul monitor mentre sfrecciano sul perimetro, in concorrenza con una palla che un motivatore cerca di far correre sempre più veloce. Nulla è contemplato al di fuori della salica regola che, quia absurdum, incanta i nostri riflessi. Così pensavo ieri, mentre lanciavo il frisbee al cane.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti