sabato 8 settembre 2012

Nuovi (?) confini.

Quando cadde il Muro di Berlino, tutti noi festeggiammo per il fatto in sé, dimenticando che era stato il frutto secco dell'impresa nazista tendente ad egemonizzare l'Europa, dividendola fra popoli superiori e popoli schiavi, alla quale si era associato anche Mussolini nella speranza di ripristinare i confini dell'Impero romano, almeno nell'area mediterranea. Un progetto non meno fantasioso di quello comunista, che, almeno, nella sua teoria, aveva una concezione, sia pur utopistica, ma immanente, dell'uomo ( che non esiste ), ma i confini fra gli uomini - che esistono, eccome - non sono stati superati dagli accordi di Schengen, Magna Charta della libera circolazione dei capitali, delle conoscenze utili e delle braccia. Si sono anzi consolidati i limiti storici, che sono stati solo riverniciati alla luce di un'altra retorica, tanto da far pensare che gli Arcana Imperii che hanno suggerito quei disastri siano ancora gli stessi. Dalla fortezza Europa, infatti, non si passa, come non si supera il confine fra quel che resta del Messico dopo la depredazione che ne fecero gli immigrati inglesi, e gli Stati Uniti, mentre un nuovo muro, grezzo e altissimo separa Israele dai territori che ha usurpato ai Palestinesi, per volontà inglese, dopo la seconda guerra mondiale. A meno di ventiquattro ore dall'ennesimo naufragio di migranti, la metà dei quali bambini, privi spesso dei rispettivi genitori, un'altra dispersione in mare di gente senza più la minima speranza e, proprio per questo, invisi a tutti e subito dimenticati dopo la citazione del loro olocausto, un altro disastro si è consumato al largo di Lampedusa. Al massimo si dice che si trattava di iracheni, afgani, siriani, palestinesi e tunisini in fuga verso di noi che pure partecipiamo e fomentiamo le guerre in corso nei loro Paesi di origine, a puri fini energetici, logistici e speculativi. In Grecia, la ferocia della crisi interna si sfoga in violenze xenofobe incontrastate, il cui braccio armato è costituito da un partito neo-nazista, ricostituitosi alla bisogna e, allo scopo, tollerato. E' il frutto più aspro dei diktat draconiani della troika europea, la stessa che, durante la guerra fredda si scagliava contro il dirigismo sovietico e che adesso ne ha assunto anche la terminologia. Le politiche anti immigrazione si sono ancora più incrudelite; non interessano chi porta carne umana da sfruttare sulle strade, armi o droga, si accanisce sugli autentici derelitti, il lusco e il brusco, della società, che nessuno ama e desidera. Per loro, se si salvano dai naufragi, detenzione ed espulsione. La Turchia, disprezzata ma desiderosa di farsi ben volere dall Comunità europea, ha militarizzato e blindato la frontiera di terra con la Grecia e l'Unione europea, sul fiume Evros. Tutto questo accade in surreale sintonia con l'euforia dei governi, delle borse e dei mercati, per la forzatura della BCE circa il potenziale acquisto illimitato di obbligazioni di Stati continentali in deficit. Tanto più surreale perché è difficile non dedurne che ogni deformazione è messa in atto per salvaguardare il potere inquinante dell'economia di carta, che ormai detta regole di esclusione sociale per ampi strati delle popolazioni dell'Europa stessa. 116 milioni di cittadini comunitari sono sul limitare della povertà su 420 milioni ( dato ufficiale della commissione statistica di Bruxelles ). Tutti quelli che non hanno potere ne soffrono in maniera crescente, mano a mano che il welfare si assottiglia, ma a morire letteralmente di questa esclusione sono i senza terra, i migranti. Sono i nostri paria, coloro ai quali è negata ogni opportunità diversa dal rimanere in bilico, ogni giorno, fra la vita e la morte. Il Mare nostrum è diventato un vasto, ma non vastissimo, cimitero marino, frutto speculare del muro continentale, di tutte le barriere economiche, materiali e culturali, non bastando le quali, "soccorono" i campi di concentramento, purtroppo "democraticamente" voluti e difesi dagli autoctoni che si sentono minacciati, ma non hanno ancora contezza della effettiva natura del pericolo. Sono stati i Governi europei ad erigere le barriere, a disegnare i confini dell'esclusione, valendosi di una linea avanzata che passa per la Spagna, il Marocco, la Tunisia, la Libia, l'Egitto, la Grecia e la Slovenia. Anche questa è l'Unione europea. Questo misfatto, questo crimine, ignorato sotto gli occhi di tutti, è uno spread che non sarà sanato con nessun acquisto.

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