domenica 9 settembre 2012

Profilassi politica.

Ha conquistato appena un Comune importante, ma ne ha conteso un altro, in provincia di Bologna al candidato d'apparato ed ecco che è scattato il riflesso condizionato della demonizzazione del neo nato movimento, figlio degli influssi ciberbetici e celesti del web. Dai laboratori della disinformacjia si sono improvvisamente alambiccate tutte le "rivelazioni", ma, soprattutto, tutte le supposizioni e le interpretazioni delle medesime, sul Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Ultima, in ordine di tempo, l'accusa di mancanza di democrazia nel movimento e l'oscura attribuzione di condizionamenti psicologici, interessi economici e loschi intrecci con l'esoterismo e la Massoneria ( il diavolo non va più di moda )per l'informatico, creatore del blog, che tanto successo ha procurato all'epurato comico genovese e che, come era prevedibile, comincia, adesso che il consenso prende corpo, a dargli preoccupazioni e dolori. Il campo di battaglia è l'Emilia Romagna, terra irredenta di "quel popol pravo" come lo definiva Bonifacio VIII, di quella "gente speciale" come l'ha definita con accademica perfidia Rigor Montis, prima di sbolognare l'onere e la pubblicità di una ricostruzione che sarà, nella migliore delle ipotesi, lenta e tribolata, al Commissario-Governatore al quale, come a Formigoni, il Movimento 5 stelle aveva contestato l'eleggibilità, dopo tre mandati consecutivi. Quando Grillo, a Budrio, dichiarò che avrebbe perso perché le cooperative avevano già comprato i voti necessari, all'apparato dell'ex PCI si drizzarono definitivamente le antenne; quando poi mancò di un soffio il successo, contro il figlio di un mio antico compagno di lavoro, la guerra fu dichiarata nelle segrete stanze di qualche Segreteria. Grillo è interdetto dai pubblici uffici perché causò un grave incidente stradale e non può direttamente candidarsi, in più fu cacciato dalla R.A.I. quando, in spettacoli di intrattenimento, attribuì attitudini ladresche a chi, pochi anni dopo, sarebbe dovuto fuggire, esule in Tunisia. Questo però non valse a Grillo nessun contratto, né in R.A.I., né a Mediaset. I suoi introiti sono stati, per due decenni, frutto di spettacoli pubblici, teatrali o di piazza, che si sono trasformati, direi per naturale evoluzione, in comizi, molto partecipati. Ma la televisione resta ancora a lui preclusa. L'intuizione della rete è stata per lui vincente. Sul suo blog ha continuato a trasporre la sua ispida brillantezza espositiva, efficace e intelligente. I suoi proclami, i suoi vituperi, il suo turpiloquio, accompagnano un'analisi opinabile ma documentata della realtà, i contributi che hanno arricchito il suo portale sono sempre stati sul pezzo, l'uso partecipativo dei post di commento ne ha ampliato, su un terreno non controllabile dai partiti, la capacità di coinvolgimento. Lo Statuto dei Grillini prevede, senza eccezioni, l'abbandono delle cariche dopo due mandati, a prescindere da qualsiasi cursus honorum o curriculum di carriera, cioè di sperimentata affidabilità per l'apparato, come usa nelle aziende e nei partiti e questo comincia a mettere in crisi chi ha maturato solo due mandati da consigliere comunale, perchè possa accettare di tornare agli stentati esperimenti pubblicitari di prima. Tutte le carriere prevedono o prevedevano un intero ciclo, crescente, di riconoscimenti. In questo senso il Movimento 5 stelle è figlio della mentalità utilitaristica, a beneficio del biscazziere, dei tempi correnti, ma chi vi si cimenta e non ne è stato l'artefice non vuole rientrare nei ranghi per lasciare il proscenio a nuovi, più fortunati protagonisti ( almeno parlamentari, con pensione maturata ) e il tavolo della roulette agli stessi impresari, Grillo e Casaleggio. E'solo un'altra delle rappresentazioni del canovaccio invariabile della vita, con le sue meschinità, sulle quali galleggiano i valori che, quando si confondono, danno luogo a tanti, reciproci, Vaffa' days.

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