domenica 1 gennaio 2017

Le ragioni della festa. Se una notte d'inverno, un viaggiatore ( Italo Calvino ), Cronaca fantastica ( di fantasia ) del primo evento dell'anno. Io non c'ero, ma ci sono stato.Vedete voi se ci ho preso.

Perché festeggiare un anno entrante, come si era fatto, l'anno scorso, per quello uscente, nonostante la consapevolezza che il prossimo, anzi l'attuale, sarà foriero di ripetitività o di lutti, di stabilità o di disgregazione, probabilisticamente, in misura uguale? Questo capodanno ha avuto una tonalità pirotecnica quasi inesistente, le macchine erano rade, i locali semivuoti, perché gli avventori benestanti erano altrove. C'erano ancora, come negli anni passati, gli ubriachi, alcuni dei quali molto giovani, la carovana a piedi dei ragazzi senza l'automobile, tanti, quanti non si penserebbe, date le tre o quattro macchine per famiglia, a seconda del numero dei figli, quasi tutti con le bottiglie in mano, di birra o di spumante, quest'ultime brandite, per lo più, dalle ragazze. Non si direbbe, dicevo, perché, a parte la trasandatezza dei maschi, anch'essa modaiola, le ragazze povere sono fresche comunque di parrucchiere e vestono mimeticamente come tutte le altre. Esiste dunque una festa operaia informale e "pedibus calcantibus", con ragazzine al seguito di "boyfriends" sul modello europeo e anglo-americano: prima la bottiglia e poi le ragazze. E' stato il segreto del successo del "latin lover" di qualche decennio fa, che occupava l'interregno fra la prioritaria bevuta e l'interessamento per le femmine sbircianti, deluse e in attesa, ai tavolini o al bancone delle mescite nordiche. Adesso, i maschi e le femmine, pur accelerando, queste ultime, per portarsi nei pressi, incedono separati; prima che il gallo canti, si accoppieranno, fra i fumi stordenti dell'alcool, ma adesso sono assolutamente anaffettivi, soprattutto i maschi, distanti, separati, insofferenti della vicinanza. Certo, la festività a Cortina o in altra zone sciistiche, ha comunque connotati diversi, più borghesi, composti, anche se nelle case private la cocaina fa volare, maschera l'infelicità. Chi fa vacanze brevi, con le giunture dolenti per il troppo concentrato sciare, si prepara a soffrire anche domani, prima di ripartire; molte famiglie si sono separate e non solo dai figli più grandi, ma anche dagli adolescenti, se questi ultimi avevano un'occasione amicale di trascorrere qualche giorno di vacanza che i loro genitori non potevano più permettersi, mentre erano sati loro, non molto tempo fa, a condurli sulle piste, a pagare costose lezioni ai maestri locali, a dare l'illusione di un benessere, invece precario, che è stato, per il medio ceto, intaccato. Comunuque, a casa ci sono rimasti solo loro, ad allenarsi per quando la casa rumorosa e frenetica, si sarà improvvisamente e completamente svuotata, per loro che vi avevano dedicato un progetto: questo, comunque. In qualche casa privata, in attesa del carnevale, ci si è baciati sotto il vischio, si sono scambiati sorrisi alla dentiera, si è gigioneggiato di stati apparenti, unico scopo, insieme alle ipotesi commerciali su cui l'apparenza si fonda e unica condizione d'appartenenza. Le persone sole si sono ritirate come al solito, qualcuno si è suicidato: le cronache non ne parlano per non dar luogo a fenomeni emulativi, ma non ce n'è bisogno, gli atti di autolesionismo, anche mortali, in questi periodi conoscono un'impennata. Ai tempi miei, poco fa, in fondo, a mezzanotte si copulava con la proria ragazza, non lo si faceva solo in quell'occasione, ma la si "santificava", ogni snno, in tal guisa. Oggi, il cerimoniale è venuto meno: si tromba e si ritromba senza criterio, senza nessun aspetto cerimoniale e, quindi, a capodanno nessuno, se non per istinto sopraggiunto, si rifà al costume amoroso di cui ante. La droga circola ancora, sì perché ce ne era anche allora, ma ora quella si sniffa, si inietta, si fuma, ad ogni piè sospinto, fa parte dell'ordinarietà della giornata. Il sesso a pagamento è in ferie, ferie brevi, in attesa di riprendere il lavoro fra le quattro mura domestiche o di un bilocale di servizio. Ormai, per strada e con questo freddo ci sono solo le sfigate e le ultime arrivate. Non si vede perché si dabbano riaprire i casini, con denominazione diversa, dato che quasi tutte esercitano al coperto, se non per alimentare un altro business, in questo mondo senza attività imprenditoriale. Ci si va, con loro, durante il lavoro itinerante o che prevede spostamenti. I dipendenti ci vanno durante la pausa pranzo, se trovano accoglienza. Insomma, il mondo - quello piccolo, intorno a noi - cambia, dicono i superficiali o gli intervenuti, i fruitori dell'ultima "assurda", come le precedenti, generazione. Cambiano le scenografie, in taluni luoghi, come da noi, si importano senza purtroppo rendersene conto, il resto è birignao, abbattimento, euforia alcoolica, convivialità amichevole fra anime sole, al massimo divorziati risposati e rincorsa verso il centro, da lordare prima di abbandonarlo, per assistere in piedi ad un concerto, al rogo di un simulacro di cartapesta. Sulle piste, i maestri di sci scendono a valle, recando le fiaccole, fra gli "ohh" di chi domani le percorrerà; in lontananza si vedono le luci dei gatti delle nevi, che provvedono ad allestirle. I capanni, lungo i pendii, per il rifocillamento dei cervi e dei camosci, che d'inverno scendono fino a valle, vicino alle strade bitumate, stanotte non saranno praticati; sarà per gli animali delle rocce e delle foreste un capodanno dietetico. Il ristoro, per gli umani, non ci sarà neanche domani; quelli che non hanno festeggiato brevemente, saranno rivoltati, non avranno digerito, un lieve mal di testa accompagnerà la loro prima giornata dell'anno che è arrivato. Uguale agli altri.

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