giovedì 5 gennaio 2017

Verso la stazione finale, dalla quale altri partiranno per intraprendere il medesimo percorso.

Anche Umberto Sgarzi se ne è andato. Il ciclo biologico ci dà ( mi dà ) ripetuti segnali di fermata. " Siamo arrivati..non ve ne eravate accorti! Signori, si scende." Boris Vian - La schiuma della terra. Era un amico di famiglia, di mio padre in particolare e ancora ricordo le cene - alcune cene, a Sant'Alberto di Romagna, alle quali, sempre mio padre, desiderava che partecipassi anch'io, anche se ero solo un ragazzo. " Il caffé si prende o si beve?" "Le donne di Comacchio sono molto più "cochonnes" di quelle di Sant'Alberto", dicevano i Sant'albertini in provincia di Ravenna, del paese Natale di Olindo Guerrini, pseudonimo del poeta erotico-popolare Lorenzo Stecchetti, che, ai suoi tempi, pur nativo di un mondo sessualmente tollerantissimo, dissimulava, con un nome d'arte, in letteratura. Anche le diatribe sulle "virtù" delle donne, da intendersi nei due sensi possibili dell'accezione, fra nazionalità nemiche, in armi, è narrata ripetutamente nei testi classici. Ovviamente, da Comacchio, si restituiva, pari, pari, l'apprezzamento fra confinanti, l'uno il seguito geografico dell'altro, nei pressi del Delta del Po, gli uni emiliani, in provincia di Ferrara, gli altri romagnoli, in provincia di Ravenna. Io so solo che una delle mie zie era comacchiese e che cucinava, anche per me, invitandomi appositamente, buonissime portate di pesce. Mi permetto di dire che a quelle riunioni conviviali, ci "sapevo stare", parlando, se richiesto, e molto ascoltando; un atteggiamento che in parte ho conservato, insieme all'amore per il teatro: il palcoscenico della vita, nel quale, col tempo, credo di aver imparato a discernere la quotidiana recitazione dai sentimenti e dalle idee vere..del sottosuolo. A tavola, Sgarzi disegnava e regalava i suoi bozzetti ai commensali più cari. Era entrato da poco nel "Comanducci", l'almanacco dei pittori accreditati, il viatico per conferire alle proprie opere, da quel momento in poi, un crescente valore commerciale. Un mondo che Umberto Sgarzi conosceva benissimo e di cui, con fiducia e liberalità, ogni tanto mi parlava, con chiarezza, senza ipocrisie. Sui contenuti, "che ognun sa" preferisco sorvolare, per non venir meno al patto implicito con chi ti insegna qualcosa di non camuffato. In spiaggia, al mare, si parlava - mi parlava - di Herbert Marcuse, che furoreggiava a Milano - dove allora, in parte, svolgeva la sua opera, quella più legata al business ed alle necessarie relazioni nel mondo artistico e in quello collaterale dei galleristi, senza tarascurare i salotti e le belle dame. Scelse la "Titta", emiliana di buona indole, che sposò e, insieme alla quale ebbe una figlia che fa le sue rare incursioni nell'ultima ridotta di un lavoro interminabile, che mi accompagna "sul limitar di Dite", senza che io gliel'abbia richiesto. Le esequie si sono tenute presso la Chiesa dell'Antoniano ed io non ho potuto parteciparvi: non sapevo neppure che fosse mancato. Non ero a Bologna e, se non fosse stato per una caduta, non vi sarei tornato neanche oggi. Mi è stato detto, dai miei parenti e dagli amici che c'erano, che è stato ricordato, con la bara avvolta nel tricolore, in quanto ufficiale dei Granatieri, con una rappresentanza del Corpo, in alta uniforme. E' uno degli aspetti cerimoniali della vita che meno mi affascinano, ma ho rispetto per il ricordo di una giovinezza "storica", dato che è mancato a novantacinque anni, come mia madre, a cui chiedeva, al Lido di Spina nascente, realizzato dal "brasiliano" Attilio Cabra, a sua volta amico di mio padre, fin dai tempi dell'Università, per conto della Montedison, un parere sulla "Titta", soprattutto nei temini delle possibili metamorfosi femminili "post coniugium", in termini di prospettiva..matrimoniale. Riguardando i disegni e i dipinti che ha dedicato principalmente alla componente femminile della mia famiglia, gli altri che abbiamo acquistato e, personalmente, in due circostanze, regalato, e nel ricordo dell'affezione per l'ultima nata, Emanuela, "mangiatrice di gelati", gli mando anch'io il mio saluto postumo, ma non di maniera; tanti gli aneddoti sulla sua vita familiare da ragazzo..ed anche un po' prima, a segnare il rapido trascorrere, non del tempo, che non esiste, ma della nostra spirale biologica, fatta di immagine e di contenuti che solo nella confidenza - perché, per me, parlare di amicizia, data la differenza di età, è fuor di luogo - si possono parzialmente conoscere. Ci ha(nno) lasciato il posto sull'ultimo miglio, lungo il quale ci siamo già incamminati.

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