venerdì 28 febbraio 2014

L'estraneità dei valori.

Breve passeggiata preserotina nella libreria Feltrinelli di Porta Ravegnana. Poche le novità: vengono spacciate per tali numerose riedizioni di testi classici in veste economica. E' comunque picevole incontrare, come ogni volta che vi capito, tante persone intente alla disamina degli argomenti e altrettante in fila con più libri nella gerla. Altre volte mi era capitato di assistere o solamente di sentire le grida di contestazione all'esterno, non rivolte alla libreria cinquantenaria bolognese, ma verso la realtà rifiutata, locale e internazionale. Questa volta il mini corteo si è invece svolto all'interno dei ristrutturati locali. Alcuni giovani, ragazzi e ragazze, denunciano l'intervento della polizia, chiamata dai responsabili dell'emporio di vendita, durante un tentativo di autoriduzione intervenuto in mattinata. Ritorno improvvisamente indietro di tanti decenni, quando l'autoriduzione dei conti nei ristoranti, nelle sale cinemtografiche e in ogni altro luogo di ritrovo, era consuetudine di una certa sinistra extraparlamentare. Voci che gridano nel deserto di un proletariato inestinguibile. Non importa che molti di loro non siano dei proletari. Questi ragazzi, che srotolano un gonfalone in prossimità delle casse, che loro stessi fotografano con i cellulari, invocano lo sconto per il movimento "pane e lettura", alla cui richiesta, negata, di sconti a loro riservati, sarebbe corrisposto il presidio dei celerini in seduta antisommossa e, forse, l'inagibilità sopravvenuta delle porte d'accesso di via Rizzoli. Il personale, come gli astanti, non fa una piega, continua a fare il suo lavoro e, neutrale, ma neppure partecipe; anche quando i dimostranti sono usciti, non commenta. D'altra parte i librai sono dei giovani e meno giovani laureati in lettere che sbarcano il lunario per pochi soldi e lunghissimi orari e non hanno motivo di essere ostili al ridotto manipolo degli autoriduzionisti, se questi, a loro volta, li ignorano e non importunano i clienti, che, a loro volta, hanno accolto l'invasione temporanea come un contributo, forse alla memoria. Un bambino di pochi giorni, in braccio alla mamma, si è prodotto, "nel tumulto", in uno sbadiglio con stiramento verticale, che è stato tutto un programma sui parallelismi della condizione umana. Ancora precari, chi per una sola stagione, chi per sempre, in un luogo deputato alla rappresentazione investigativa delle vite, alla saggistica separata sulle e delle vite medesime, impossibilitati a vivere le proprie e contrastati nel leggerne le descrizioni, traspositive della loro condizione, perché il listino degli sconti delle "ultime" edizioni, riesumate per essere riproposte, testimoni che la condizione umana non muta , sono riservate ai consumatori con reddito e non prevedono cultura nei giovani proletari. Uscendo dalla libreria scorgo il presidio residuo di un cellulare dei carabinieri, con quattro giovanotti, apparentemente sperduti e intimiditi, forse stupiti di dover salvaguardare la cultura mercenaria, di cui intuiscono la strumentalità, ma della quale sfuggono loro i possibili contenuti. Perché piantonare il sacrario di questi incomprensibili nichilisti? Perchè "dieci scornacchiati" rivendicavano lo sconto su quel seme di disordine e di confusione che è la cultura? Nell'incertezza, due manganellate non si negano a nessuno.

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