sabato 22 febbraio 2014

Il nuovo che è sempre vecchio.

La prima guerra civile ucraina è durata una settimana. Ha evitato il trascinamento, come è avvenuto in Libia, perchè il Presidente filorusso si è rifugiato presso Putin, dove forse anche Berlusconi aveva qualche volta vagheggiato di ricoverarsi e come ha fatto Gerard Depardieu per sfuggire alle tasse da risanamento del suo Paese. La rivolta che ha causato più di cento morti, oltre cinquecento feriti, è stata ordita dalla ex Presidente Tymosenko, dal carcere, da dove ha dato il via ai galeotti che aveva liberato per farsene una milizia privata e che si erano organizzati nelle formazioni paramilitari del nazionalismo fascista ucraino. Apparentemente, questi nazionalisti hanno combattuto per l'adesione a una comunità sovranazionale, l'Unione europea e sfuggire alla subordinazione politica alla Russia. Qust'ultimo aspetto, col nazionalismo, ci sta, mentre rispetto al primo risulta molto pretestuoso. L'affermazione di Putin circa il ruolo subordinato dell'Ucraina filo-occidentale ( o solo filo-tedesca? ), come la Romania e la Bulgaria, non è campata in aria e bisognerà vedere come la metà degli Ucraini, di lingua e costume russi si adegueranno a quella che sembra oggi la tendenza prevalente del Paese, ma che era l'opzione subordinata ieri. Ma quei morti e quei feriti non sono stati sacrificati per una causa nobile - che è quasi sempre ascrivibile alla mitologia dei vincitori - ma solamente per far uscire di prigione la Tymosenko. Ora ci saranno delle nuove elezioni, ma il menu dei partiti in lizza non varierà: i blu si contrapporranno agli arancione. La Timoshenko non si riprenterà, presumibilmente, ma, al suo posto e per lo stesso partito, si candiderà il pugile, campione del mondo, Volodymyr Klycko, nato nella Repubblica democratica tedesca e molto sponsorizzato dalla Merkel. L'ex Primo ministro Tymosenko aveva, durante il suo governo, privatizzato tutto il possibile e si era intestata, direttamente e tramite affiliati al suo partito e prestanome, tutte le società energetiche nazionali e molte altre attività. Se anche - ma non è detto - non avrà più un ruolo politico diretto, la sua vita si prospetta molto appagante. Sta di fatto, però, che, dopo la fine dell'Unione sovietica, durante la quale il gas era stato portato anche nelle più recondite regioni rurali, il monopolio della materia prima è rimasto alla Russia e Putin minaccia spesso di chiudere i rubinetti o di farselo pagare a prezzi che l'Ucraina non può permettersi, salvo indebitarsi a strangolo con l'Unione europea, dopo che il prestito russo sta per essere revocato ( completamente? ). Dopo la gassificazione del Paese, molte famiglie avevano dismesso le vecchie e bellissime stufe di ceramica o maiolica che riscaldavano gli ambienti e non potrebbero far fronte agli inverni gelidi. Come si comporterà la Russia continentale, che, accettando la restituzione dell'armamento nucleare dislocato sul territorio ucraino, aveva aperto la strada al distacco geo-politico di quella nazione dalla sua crosta continentale, la quale, altrimenti, sarebbe rimasta un'anomalia micidiale e instabile in un'area contesa, quale atteggiamento - certamente speculativo ( anche la Germania? ) assumerà la U.E.? Se l'Ucraina, nella su storia è sempre stata divisa, le ragioni sono, in contesti diversi, quelle descritte e Giovan Battista Vico aveva perfettamente ragione.

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