lunedì 10 febbraio 2014

Discariche.

Con l'intervista-anteprima del Corriere della Sera ad Alain Friedman, autore di un saggio di imminente publicazione, i poteri forti, dopo essersene serviti, scaricano il bi-eletto Presidente della Repubblica. Lo fanno, ovviamente, all'insegna della leggerezza, sul piano puramente formale e istituzionale, ben guardandosi dall' usare il grimaldello della certa trattativa fra lo Stato e la Mafia, che va avanti da sempre e che scherma gli apparati borbonici, intatti nel meridione e le cointeressenze finanziarie della mafia grezza, al nord e nel mondo ricco transnazionale. L'agitarsi inane del M5S e di Beppe Grillo, viene surclassato dal colpo di maglio del paludato e altrimenti prudentissimo organo della Borghesia. Che si tratti di contro-colpo di Stato e non di eversione popolare, lo attestano le testimonianze congruenti e sistemiche, coniugate da tutti gli attori di quella vicenda: il deluso senatore a vita, designato dalle oligarchie europee e da altre, fuori ed al loro interno, ma non manifeste e il consigliori Romano Prodi, che non diverrà Presidente della Repubblica. Tutto avvenne con Berlusconi legittimamente eletto, ma da tempo sulla graticola della sconfessione comunitaria e Bersani dato per sicuro vincente che divenne il povero segretario defenestrato e costretto a chiedere a Napolitano di continuare nel suo lavoro o lavorio e che ora giace convalescente, ma in condizioni che non si conoscono.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti