domenica 16 febbraio 2014

Gli equilibristi degli squilibri.

Sono passato alle ore 14 in Piazza della Costituzione. La fila che attendeva di accedere al Body Worlds exposition si snodava per cento metri fuori dai confini del giardino prospiciente la porta a vetri di accesso alla mostra, all'interno, oltre la quale,ci sono ancora una quindicina di metri prima della biglietteria. Sono ripassato alle 16 e la fila esterna aveva raggiunto i trecento metri. I ritardatari avevano deciso di non perdersi il corpo umano in 3D,in prospettiva, in sezione, gravido e sportivo, Fino alla chiosa contraddittoria fra un primordiale ed enorme gorilla e l'uomo inscritto in Atlante. Hanno già deciso di prolungare la kermesse per un altro mese, ma si sono ben guardati dal perdere la concentrazione di tagliandi, staccabili nelle ultime ore. Domani, con tutta la gran cassa che potranno spiegare, diranno che " a grande richiesta e visto lo straordinario successo" procrastineranno la loro presenza per altri trenta giorni. Quel che colpisce nella pur interessante esposizione, che richiede un lavoro tecnico certosino di stampo plastificato di ogni più minuta interconnessione del corpo umano è l'esibizione artistico-macellaia dell'animale uomo e della disposizione prospettica che si è ricercata ed ottenuta, anche in una sorta di tridimensionalità, nella quale il corpo sembra librarsi in volo, stratificandosi. "Tutti i cadaveri qui presenti, hanno prestato il loro consenso, in vita, al trattamento ed all'esposizione a fini scientifici". Di tecnico-scientifico c'è solo il processo di plastificazione, innovativo ed oggetto di attenzione, per ora paraterapeutica, da parte di molti medici. Ma la raffigurazione dell'uomo scorticato nelle sue civili attività quotidiane, della donna gravida, sventrata per mostrare un grosso feto maturo che comprime le anse intestinali, ha poco a che fare con la scienza, fa dubitare di un consenso prestato in condizioni che sembrerebbero escluderne la necessità, e attengono invece molto allo show business, in tournée mondiale. La maggior parte degli spettatori erano giovani. E' il destino dei giovani credere, illudersi e non essere pagati. Non credono tanto nelle fanfaronate delle aziende in cui lavorano credendo di farne parte, quanto, nella loro insensata - perché non suffragata da nessuna tradizione familiare, né base materiale - smania di emergere - sulla base di una cultura ( di solito tecnico-strumentale ) che, essendo stata per secoli appannaggio dei padroni, in molti casi, ignoranti come delle capre , presumono, acquisendola, di avere acquisito anche i crismi del potere, della ricchezza e del successo, tanto che continuano a recitarne, in assenza, la partitura - per il desiderio di mettersi al sicuro, materialmente e socialmente, in una condizione nella quale attestarsi difensivamente e alla quale impedire l'accesso a potenziali concorrenti. Perciò adottano, perché la speranza è l'ultima a morire, nonostante siano consapevoli dell'inganno in cui sono coinvolti, gli atteggiamenti e i comportamenti, anche i meno dignitosi, che il potenziale elargitore di benefici pretende da loro e fanno quadrato contro chiunque se ne disinteressi e si esprima e comporti responsabilmente, ma liberamente. Lo invidiano, ne sono provocati e lo provocano. Offrono pretesti alla, già di suo, pretestuosa azienda ( quando non vengono sobillati a provocare ad arte ) od altro ambiente di riferimento chiuso in se stesso. Aumentano la loro percentuale d'astio, che non vogliono indirizzare opportunamente, ad ogni accelerazione o ripartenza sfruttatoria e si prestano alle indebite appropriazioni, economiche e morali, in spregio a norme, contratti e prassi. Preferiscono la mortificazione degli altri, al loro livello, piuttosto che una crescita comune, soprattutto di facoltà e di diritti. Non meritano pena, né rispetto. Hanno accettato di concorrere, subordinatamente, alle trame più disoneste e hanno assunto i connotati delle squallide figure che, insieme, concorrono a conservare e preservare l'ecosistema artificiale, plastificato. Adottano il canone inverso, etico e normativo, a tutela e conservazione di un costume padronale, di un'identificazione con il potere. Nonostante recitino un'opera da tre soldi. Questo scenario morale è solo uno spaccato, una plastificazione, certamente consensuale, dello spirito utilitaristico immaginario e senza propettive, che relega, autolesionisticamente, il decoro interiore nell'alveo del sogno e dell'insignificanza. Eppure, chissà perché, ad onta di tanta razionale sicurezza, si continua a soffrirne, se si ravvisa, spesso lo si odia e se ne auspica la rovina. per continuare a recitare, indisturbati, la propria. John Elkann ha perso una buona occasione per tacere. Dopo la Fornero che ha tutta la famiglia concentrata al Politecnico di Torino e in Banca Intesa, ha profferito una bestialità di maniera, molto diffusa nel suo ambiente e in quello dei suoi impacciati e ridicoli imitatori: "la disoccupazione è effetto del troppo benessere, familiare e ambientale. Scelgano i giovani - come stanno già facendo e per generazioni hanno fatto - l'emigrazione, i lavori incerti ed occasionali. Voler star bene non è conforme alle molteplici possibilità di sfruttamento e misconoscimento in giro per il mondo". Diego della Valle è stato lapidario: "John Elkann è un imbecille". Ha così posto una pietra tombale su ogni vano dibattito intorno a così elevata analisi sociale ed economica. Nel 2013, 149 persone si sono tolte la vita adducendo esplicitamente delle motivazioni economiche, rispetto agli 89 casi del 2012. Sono stati quindi, limitandosi alle motivazioni espresse, 238 i suicidi per sopravvenuta impossibilità di far fronte alle proprie necessità. Il 40% dei suicidi si è registrato nell'ultimo quadrimestre del 2013. Si stima in una triplicazione, la percentuale dei suicidi di coloro che, pur in possesso di una occupazione, si sono tolti la vita perché stretti nella morsa dei debiti. La fonte è il dipartimento socio-economico dell'Università degli Studi Link Campus University. L'Istituto Nazionale di Statistica, da parte sua, rileva che il reddito delle famiglie italiane, in valori correnti, diminuisce in tutte le regioni italiane. La crisi interessa strati sempre più diffusi della popolazione. Eppure, negli ultimi giorni, prima del benservito a Enrico Letta, i ciclici fanfaroni avevano intravisto segni di ripresa. Il PIL italiano, negli ultimi tre mesi dell'anno passato, è cresciuto dello 0,17%, nonostante il periodo natalizio. Moody's ha migliorato cretivamente l'outlook dell'Italia, con la motivazione che il suo sistema finanziario resiste, ammaccato o sconquassato. Mentre la finanza strategica resiste, quella famigliare o di clan medita di approfittare della situazione per migliorare i suoi introiti e chiama a raccolta, per questo, le sue sparute e bispremute accolite di invasati. Ma continuiamo a parlare delle banche, quelle vere, dato che solo di loro ci si occupa, in un senso o in un altro, mentre l'industria media e piccola chiude e quella grande si trasferisce o latita e i capitali sbeffeggiano i finanzieri a caccia di quel poco che è rimasto. Moody's spiega come il miglioramento ( minimo ) nel giudizio verso di noi sia dovuto ai sette miliardi e mezzo regalati da Bankitalia alle sue azioniste, a titolo di ricapitalizzazione e alle garanzie fornite dalla rete di protezione, sempre finanziaria, messa in campo dai Fondi salva-Stati: l'European Financial Stability e l'European Stability Mechanism. Moody's parla chiaro: "State salvando le banche", non le persone. Qualcun altro, insinuatosi sotto false parvenze nello stesso ambito, si propone di sciacallare sulle banche, come sul personale e su tutto ciò che costi poco, volteggiando sulle difficoltà altrui. I sacrifici passati e presenti non sono ancora sufficienti, né per i cittadini indigenti, né per gli Sherpa e le truppa camellate chiamate al sabotaggio. Il Governo del neppure eletto Matteo Renzi farà carte false per salvare alcune banche e lasciar andare le altre. L'hanno messo lì apposta. Comincerà una fase già notissima nei piccoli acquartieramenti dei predoni: scegliere a chi prestare un euro, sarà un affare di Stato. Per gli speculatori si aprirà un nuovo fronte, attraverso la completa privatizzazione della sanità pubblica. E' un paradosso menzognero trarre auspici positivi, da tutto questo, per l'Italia; non lo è, riguardo a chi saprà trar beneficio da questo pilotato sfacelo, sullo sfondo del quale si intravedono nitidamente - quelli sì - nuovi squilibri politici autoritari. Non mancheranno i servi e i servi dei servi ad accompagnare la demolizione, infarcendo di stupidità, sempre più frequenti, per non lasciar tempo al giudizio, gli slogan della propaganda.

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