martedì 4 febbraio 2014

Argini fragili.

Per che cosa si stanno ammazzando a Kiev, ormai divisi istituzionalmente secondo la storica ripartizione fra filo polacchi e occidentali e russofoni? Nelle milizie filo U.E. allignano anche fior di fascisti e, sulla contesa politica, infuria la corruzione e la violenza verso gli oppositori. Mentre i filo-Russi possono addurre la necessità di non rimanere al freddo tutti gli inverni, gli occidentalisti perchè si sacrificano per un'entità che li ignora? Quale posizione politica ha assunto infatti l'Unione europea a loro favore, ben sapendo che anelano alla congiunzione; quale forza di interposizione e di condizionamento militare può mettere in campo a sostegno dei rivoltosi? Solo la Germania fa un'occulta politica di sollecitazione trasversale e sponsorizza il pugile ucraino, campione del mondo della sua categoria, certa che se vorrà avere un peso politico, costui dovrà appoggiarsi interamente ad essa. Persegue cioè una politica di neo-influenza continentale, direttrice est, alla faccia dell'imbelle Unione e sollecita il riverberarsi dei pregiudizi anti germanici della Russia. La storia insegna ad interpretare gli eventi ripetitivi che la compongono, ma in essa manca l'etica, che sarebbe alla base di un ammaestramento. Che lezione trarne, se non che gli interessi ci portano al conflitto, in senso diplomatico e poi militare? La nostra unica speranza è che gli equilibri, pur così ingiusti, non si squilibrino o che prevalgano gli interessi al mantenimento delle intestine diatribe, senza farle tracimare, anche inavvertitamente, all'esterno.

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