martedì 22 marzo 2016

Non tutti gli esuli sono "martiri" Anche nell'antichità si praticava l'ostracismo.

Mentre il presidente degli Stati Uniti d'America era in procinto di avviarsi verso Cuba, il regime al potere provvedeva - si dice - ad incarcerare preventivamente tutti gli oppositori pubblici. Avveniva in epoca risorgimentale in quella che sarebbe diventata l'Italia, avviene in tutte le dittature, di qualsiasi segno. Rispetto alle dittature reazionarie di destra, talvolta facilitate dall'incapacitù dei movimenti politici che vengono annichiliti prima o dopo la conquista del potere formale, per la loro inettitudine ad assicurare l'ordine, il regime cubano ha molti meriti storici, pur essendo stato facilitato dall'indole felice degli autoctoni. Nonostante le ristrettezze, le guerre condotte nel continente africano per conto della geopolitica sovietica, un popolo segnato dalla corruzione e dalla segregazione razziale, ha conosciuto l'istruzione e un'ottima assistenza sanitaria. Questo risultato è stato conseguito per l'impegno e la condotta del secondogenito di una famiglia aristocratica, ma di sentimenti e cultura radicali: i Castro, non estranei - si dice - alla fratellanza massonica internazionale di sentimenti progressisti, ma per la quale il socialismo è stato l'unico strumento possibile di azione e di affermazione in un contesto rovesciato rispetto a quello nel quale avrebbero potuto tranquillamente accomodarsi. E' di pochi giorni or sono la morte del più anziano e sconosciuto alle cronache, fratello di Fidel e Raul, Ramon Castro. Fra gli "oppositori" arrestati ci sarebbe anche il capo degli esuli cubani in Florida e segnataemnte a Miami, polo d'attrazione di un turismo sempre ricco, ma vieppiù meno aristocratico, se mai lo è stato, esulando dall'influenza volgare dei soldi. Costui sarebbe stato fermato all'aeroporto insieme alla moglie. Ebbene, se così è stato, l'arresto è pienamente giustificato. il capo degli "esuli" cubani a Miami è un mafioso che coordina la peggior feccia dinastica di reazionari e di razzisti, dirige una lobby influente, almeno all'interno del suo Stato d'insediamento ed ha espresso in passato anche il sindaco di quella città. Gli esuli cubani sulle spiagge della Florida non sono interlocutori politici possibili con un'amministrazione post rivoluzionaria che della loro sconfitta ha fatto la base per il proprio esercizio del potere che, pur scontando tutti i trascinamenti familistici, tipici delle culture latine, ma ora in pericolosa espansione anche nell'ambito della democrazia nord americana, ha meritato la vittoria per tecnica ed ardimento, sostituendo un governo che della prostituzione, in ogni senso e msnifestazione, della parte povera e nera dei suoi concittadini aveva fatto il suo "instrumentum regni". Nella dialettica fra investimenti e coinvolgimento culturale di una popolazione incline al divertimento, ma anche al malaffare, un'attenzione severa delle istituzioni non sarà necessariamente una limitazione della libertà...di farsi del male, ma un'utile tracciato per non ritornare nel fango dell'autovendita, come avveniva prima del 1959, quando Fulgencio Batista, già "il torturatore" se la diede a gambe.

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