giovedì 10 marzo 2016

Il vuoto.

Lo spazio vacuo è la dimensione dell'attualità. Al cretinismo adolescenziale che si riverbera nelle ripetizioni lavorative, nei protocolli applicativi, non fa più riscontro la ragnatela delle relazioni pubbliche e, anche quelle private, sono brevi e dispersive. Non c'è più dibattito e l'analisi del reale apre lo spazio alla superficialità dell'inclita e del volgo. Non c'è dialettica e il riflusso, più sul particolare che sul privato, è giunto alla fine, ormai quasi sterile. La possibilità di carpire un sentimento illusorio è precariamente aumentata, ma non ci si può contare, l'alleanza degli interessi è tarata su obiettivi decrescenti, mentre l'infatuazione per il successo mitologico, brucia, come una droga, le energie ed accompagna i miserandi alla meta agra della disillusione. Eppure, anche questa volta, la propaganda rivolta alle masse è vincente. La semplificazione economica sulla quale rivalersi quando non è più sopportabile è la sicurezza dei miseri, dei deboli e degli inetti, ridicolmente compiaciuti della propria astuzia, ma soprattutto dei pigri, frenetici e non. Su questi presupposti si fondano, purtroppo, le famiglie, i loro valori, la loro capacità educativa, in un amore ipocrita e di maniera, traditrici dei figli naturali o adottivi. La narcosi da successo, che ha già visto gli effetti dello yuppismo degli anni '80 e seguenti, si ripropone in presenza di una crisi i cui effetti prodromici si stanno riverberando adesso che le statistiche segnalano un incremento dell'occupazione, sia pure instabile. I senza lavoro che mendicano si confondono con i mendicanti professionali, ritornati agli onori della questua, dopo decenni di latitanza, l'onestà relativa si è fatta ancor più rara e le mezze opere, le mezze leggi caratterizzano la ripresa dell'Italia. La politica, senza il popolo, verso le plebi non è praticabile, come si è visto al di fuori dei seggi improvvisati per le primarie del PD a Napoli. Eppure tutti rimangono legati a quel carro sgangherato per paura di perdere il reddito dello strapuntino ed è ovvio che a farla da padroni siano i signori delle clientele. Questo a sinistra o pseudo tale, come a destra. Il calcolo economico non può che escludere la socialità e il rifugio nella Chiesa ha, come sempre, una valenza temporanea, di Papa in Papa. La scelta della politica ha oggi, a differenza di un passato appena sfogliato, il senso del conseguimento di una rendita parassitaria. Non che nella eccessiva compagine dei parlamentari e poi a scendere prima non ne allignassero, ma c'erano anche figure di leader e di militanti capaci di concepire un disegno e di offrirne l'interpretazione e la difesa ai loro adepti-elettori. La contesa si esercita fuori dai confini, chi al traino e chi a rimorchio, attraverso omicidi politici e guerre antecedenti e successive, in attesa di investire qualche corruttibile leader, subito insidiato dagli esclusi dal banchetto. La lbertà non è stata negata, la democrazia si. La libertà è comunque pesantemente limitata dalle ristrettezze economiche di ampie fasce di cittadini che, fino a dieci anni fa, navigavano nel benessere e che, su quella base, avevano costituito le loro famiglie e programmato la loro costituzione. Il surrogato di tutto questo è diventato il debito. La democrazia è stato un breve interregno così come la pace: una sessantina scarsa d'anni, pur caratterizzati da ruberie e corruttela. Da che civiltà è civiltà, del resto, non si sono conosciute realtà diverse. la loro raprresentazione letteraria, invece, ne ha costituito la mitizzazione postuma: la civiltà classica, l'epoca scientifica, la tecnologia al potere e così sarà per gli illusi a venire.

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