sabato 19 marzo 2016

"La tua parola sia: si,si oppure no, no".

Ogni giorno, ormai, in Turchia, si consumano attentati, spesso con lo strumento immolato dei kamikaze. Lo stesso avviene in Israele con i "martiri", le bombe umane, in Nigeria, dove vengono utilizzati bambini/e, presumibilmente orfani o pagati a famiglie che non sono in grado di farli sopravvivere. In quest'ultimo caso è la miseria, non solo materiale, che fa aggio su tutti i più semplici sentimenti di protezione, nelle terre di Palestina è mascherato, da parte delle milizie arabe, attraverso la speculazione sulle reali condizioni di avvilimento e segregazione verso chi rifiuta di perdere la sua identità e, in molti casi anche i suoi beni che vengono espropriati. Nel caso turco, invece, sono il frutto del doppiogiochismo di questa potenza regionale che, mentre compie dei bassi servigi per gli Stati Uniti e per l'Unione Europea, combatte soprattutto i Curdi, alleati dell'occidente in cambio della speranza di un futuro Stato autonomo; un autentico spauracchio per la Turchia, che vedrebbe frammentata dall'interno la sua unità di potenza contraddittoria e genocida. Contando sulla sua valenza geo-strategica, la Turchia ha già condotto, molti decenni fa una guerra etnica con la Grecia, invadendo metà dell'isola di Cipro, metà che non è inserita nell'Unione europea. Due Stati della NATO che confliggo apertamente senza che l'america che conta lo impedisca e senza che la NATO provveda ad espellere l'aggressore. Lo stesso avviene oggi con il Kurdistan destinato a rimanere un mito e che solo un rinato PKK rivendica a suon di attentati e guerra sul territorio turco, da dove partono i raid che decimano i peshmerga , mentre loro combattono contro l'ISIS ( che la Turchia finanzia e protegge ) con le armi dismesse della NATO europea. Ora, con meschina viltà, gli stessi staterelli dell'Unione, a pagamento, hanno eletto la Turchia a gendarme contro l'immigrazione, come vorrebbe fare Donald Trump verso i messicani, paese "sicuro" per loro e solo per loro, dove neanche la stampa d'opposizione ha più diritto di esprimersi. Da questa europa ci si può ancora aspettare di tutto, per ora, certamente, che si barcameni.

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